Cavalieri selvaggi

The Horsemen

USA 1971
I migliori cavalieri dell'Afganistan convengono a Kabul per partecipare alla "Royal Burkask", una gara tradizionale che consiste nel disputarsi, in sella a un cavallo e armati di scudiscio, la carcassa di un capretto. Uraz, figlio di un valoroso capo-trubù, Tursen, partecipa alla gara, deciso ad emulare le imprese del padre, più volte vincitore della competizione, ma cade malamente, fracassandosi una gamba. Allo scopo di riscattare agli occhi del padre il disonore della sconfitta, Uraz decide di far ritorno presso la tribù attraverso una strada impervia, irta di difficoltà e di pericoli di ogni genere. Scampato più volte alla morte, durante il viaggio Uraz incontra Zareh, che lo cura ma rinfocola nel suo schiavo la cupidigia. Alla fine il giovane riesce a raggiungere la casa paterna, ma la gamba ferita gli è nel frattempo andata in cancrena e deve essere amputata. Reagendo allo sconforto per la mutilazione, egli prende a esercitarsi sul suo cavallo, riuscendo in breve tempo a meravigliare tutti per la ritrovata abilità di cavallerizzo.
SCHEDA FILM

Regia: John Frankenheimer

Attori: Omar Sharif - Uraz, Leigh Taylor-Young - Zareh, Jack Palance - Tursen, David de Keyser - Mukhi, Peter Jeffrey - Hayatal, Mohammad Shamsi - Osman Bey, George Murcell - Mizrar, Eric Pohlmann - Mercante a Kandahar, Saeed Jaffrey - Capo del distretto, Srinanda De

Soggetto: Joseph Kessel

Sceneggiatura: Dalton Trumbo

Fotografia: Claude Renoir, André Domage, James Wong Howe

Musiche: Georges Delerue

Montaggio: Harold F. Kress

Scenografia: Pierre-Louis Thévenet

Costumi: Jacqueline Moreau

Effetti: Alex Weldon

Durata: 109

Colore: C

Genere: AVVENTURA DRAMMATICO

Specifiche tecniche: 35 MM, PANAVISION, TECHNICOLOR, EASTMANCOLOR

Tratto da: romanzo "Cavalieri selvaggi" di Joseph Kessel

Produzione: EDWARD LEWIS PER COLUMBIA PICTURES CORPORATION

Distribuzione: CIAD - COLUMBIA TRISTAR HOME VIDEO

CRITICA
"Velleitarie l'analisi sociologica di una terra rimasta ai margini della moderna civiltà, e la rappresentazione del contrasto psicologico tra due generazioni. Insomma, soltanto uno spettacolo realizzato con mestiere." (Segnalazioni Cinematografiche, vol.72, 1972)