Calvario

Calvary

4/5
La Passione del prete irlandese è d'antologia: humor nero e questioni ultime, con Brendan Gleeson in stato di grazia

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GRAN BRETAGNA 2014
Esattamente all'opposto del Sergente Gerry Boyle, Padre James Lavelle è un buon uomo intento a rendere il mondo un posto migliore, continuamente sconvolto e rattristato dai dispettosi e rissosi abitanti del suo piccolo paese nella campagna irlandese. Un giorno, durante una confessione, la sua vita viene minacciata e le forze del male gli si fanno sempre più vicine...
SCHEDA FILM

Regia: John Michael McDonagh

Attori: Brendan Gleeson - Padre James Lavelle, Chris O'Dowd - Jack Brennan, Kelly Reilly - Fiona, Aidan Gillen - Dott. Frank Harte, Dylan Moran - Fitzgerald, Isaach de Bankolé - Simon Asamoah, M. Emmet Walsh - Gerald Ryan, Marie-Josée Croze - Teresa Robert, Domhnall Gleeson - Freddie Joyce, David Wilmot - Fr. Timothy Leary, Pat Shortt - Brendan Lynch, Gary Lydon - Ispettore Gerry Stanton, Killian Scott - Milo Herlihy, Orla O'Rourke - Veronica Brennan, Owen Sharpe - Leo McArthur, David McSavage - Vescovo Montgomery, Mícheál Óg Lane, Mark O'Halloran, Declan Conlon, Anabel Sweeney

Sceneggiatura: John Michael McDonagh

Fotografia: Larry Smith

Musiche: Patrick Cassidy

Montaggio: Chris Gill

Scenografia: Mark Geraghty

Costumi: Eimer Ni Mhaoldomhnaigh

Durata: 104

Colore: C

Genere: DRAMMATICO COMMEDIA

Specifiche tecniche: DCP

Produzione: REPRISAL FILMS, OCTAGON FILMS, IRISH FILM BOARD, BFI

Distribuzione: TWENTIETH CENTURY FOX ITALY (2015)

Data uscita: 2015-05-14

TRAILER
NOTE
- PREMIO DELLA GIURIA ECUMENICA (SEZIONE 'PANORAMA') AL 64. FESTIVAL DI BERLINO (2014).
CRITICA
"Ci sono molti Giobbe in giro sugli schermi, uomini per cui diventa difficile amare il prossimo loro come se stessi, ma ci si prova. Oltre al magnifico 'Leviathan', c'è il prete innocente che paga colpe storiche di 'Calvario'. (...) Del regista irlandese John Michael McDonagh, come in 'Un poliziotto da Happy Hour', usa l'ottimo Brendan Gleeson al centro di un quadretto folk di delusi di provincia (...). Come nell'altro film l'autore (...) sta al servizio di due padroni, il poliziesco e il ritratto sociale con incursioni nel dialogo brillante. Sullo sfondo la domanda sul perché uccidere come infrazione del comandamento e personale gestione dell'etica (...). Ispirandosi con facoltà di fiction a molti fattacci avvenuti e anche raccontati dal cinema ('Club' di Larraìn e 'Il dubbio') il film è una via crucis che non prevede esborsi di emozione in una compagnia di maschere umane ben identificate. Dove certo gli attori fanno il loro dovere ma, digerito il finale non esaltante, resta il dubbio che, con quell'avvio che stordisce, si poteva e doveva fare di più." (Maurizio Porro, 'Corriere della Sera', 14 maggio 2015)

"I film sulle efferatezze commesse dalla chiesa cattolica in Irlanda ancora in tempi recenti sono diventati così numerosi da essere ormai quasi un 'genere'. (...) Non è una passeggiata ma - con l'andatura di un thriller - è un film molto bello." (Paolo D'Agostini, 'La Repubblica', 14 maggio 2015)

"Piacerà a chi ha molto gradito 'Un poliziotto da Happy Hour' (con Gleeson diretto da McDonagh) e ritroverà il duo in ottima forma. E apprezzerà anche la morale in controtendenza (perché tutta la Chiesa deve pagare le porcherie di qualche servo indegno?)." (Giorgio Carbone, 'Libero', 14 maggio 2015).

"Originale dramma pseudogiallo, che parte bene, poi si disperde tra i tormenti di un personaggio oppresso da troppi problemi, anche familiari. (...) Bravo Brendan Gleeson, faccia da gangster più che da prete." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 14 maggio 2015)

"(...) una concentrazione di peccati romanzesca, al limite della parodia, in un villaggio irlandese curiosamente "trendy": pub postmoderno, interni colorati, villa cardinalizia sontuosa, mentre intorno il mare e le celebri pianure verdi sono più angosciose degli interni. Ogni episodio comporta un esemplare richiamo del sacerdote all'integrità, prima di tutto con se stessi, e si deve alla fotogenia drammatica del fulvo barbuto Gleeson la tensione morale, altrimenti poco credibile nell'eccesso di peccatori (...). Finale senza appello. Biblico." (Silvio Danese, 'Nazione-Carlino-Giorno', 15 maggio 2015)