Sette ore di guai
A Totò De Pasquale, mediocre sarto romano, è nato un figliolo. Nel giorno fissato per il battesimo, il neonato sparisce. Mentre si trovava in un giardino, in amabili conversari con un operaio suo ammiratore, la balia è stata aggredita dal geloso marito. Nel parapiglia il piccolo De Pasquale è stato affidato all'operaio che se l'è data a gambe. Quando apprende il tragico evento, Totò per evitare un'emozione alla puerpera, prende a prestito da una vicina un bimbo e lo presenta alla moglie come fosse il suo. Poi, accompagnato da due amici, si mette alla ricerca del bimbo scomparso. La disperata impresa si svolge attraverso le più strane avventure: ad un certo punto Totò e i suoi amici credono che il bimbo sia stato preso per errore dai vicini, che scambiandolo col proprio l'hanno portato a Marino. Totò si precipita a Marino e rapisce il bimbo dei vicini che egli ritiene sia il suo. Creduto un satanico seviziatore d'innocenti, Totò sfugge a stento col bimbo rapito a una morte crudele. Giunto a Roma apprende che il suo bimbo è stato trovato e battezzato. La bisbetica suocera lo maledice e i vicini lo aggrediscono reclamando il loro bimbo.
CAST
- Regia: , , - (direzione tecnica)
- Attori: - Totò De Pasquale, - Signora De Pasquale, - Signore distratto, - Amico di Totò, - Amico di Totò, , , , , , , , , , , , , ,
- Soggetto: Eduardo Scarpetta - (farsa)
- Sceneggiatura: Vittorio Metz, Marcello Marchesi, Age , Furio Scarpelli, Eduardo Passarelli, Alberto Vecchietti
- Fotografia: Rodolfo Lombardi
- Musiche: Pippo Barzizza
- Montaggio: Franco Fraticelli
- Scenografia: Alberto Tavazzi
- Arredamento: Mario Monamì
CRITICA
"Anche in "Sette ore di guai" (...) l'illogicità si esaspera in un rarefatto grottesco e la definizione della realtà si fa, a tratti, strepitosa; ma c'è alla sua base, la pacifica e collaudata convenzionalità dell'umorismo del teatro dialettale, con le sue classificazioni consuete e i suoi abituali giochi degli equivoci". (Arturo Lanocita, 'Il Nuovo Corriere della Sera', 4 novembre 1951).