Le sorprese del divorzio

ITALIA 1939
Enrico, un giovane nobiluomo francese, decide di divorziare da sua moglie, donna troppo remissiva, a causa del carattere impossibile della suocera. Qualche tempo dopo, convola a nozze con Gabriella, figlia di Leopoldo, un anziano vedovo che, nonostante l'età, non disdegna le conquiste amorose. Durante una delle sue romantiche avventure, Leopoldo si lascia irretire dalle grazie di una donna divorziata e, di nascosto dalla figlia e dal genero, si risposa. Dinanzi all'identità della sua nuova suocera, ad Enrico non resterà che correre ai ripari...
SCHEDA FILM

Regia: Guido Brignone

Attori: Armando Falconi - Leopoldo Bourganeuf, Filippo Scelzo - Enrico Duvalt, Bice Parisi - Gisella Bonivard, Tiziana Calvi - Diana, Sergio Tofano - Fernand Corbulon, Carlo Romano - Champeaux, Olga Pescatori - Gabriella, figlia di Bourganeuf, Guglielmo Barnabò - Albert, cameriere di Champeaux, Guido Celano - Giovanni, cameriere di Duvalt, Gemma Bolognesi - Vittoria, cuoca di Duvalt, Luigi Erminio D'Olivo - Il parrucchiere, Walter Grant - Un invitato alla festa, Augusto Bandini - Un invitato alla festa, Lina Marengo - Un'invitata alla festa, Alfredo Menichelli - Direttore delle "Folies Bergère", Vasco Creti - Nuovo proprietario della villa di Duvalt, Nando Bruno - L'artificiere, Barbara Malè - La cameriera, Alfredo Martinelli - Cameriere dell'albergo al Sestriere, Mary Dumont - Signora in vacanza al Sestriere

Soggetto: Alexandre Bisson - commedia, Antony Mars - commedia

Sceneggiatura: Guido Brignone - anche riduzione, Tomaso Smith - anche riduzione

Fotografia: Massimo Terzano

Musiche: Umberto Mancini

Montaggio: Giuseppe Fatigati

Scenografia: Gustavo Abel

Arredamento: Antonio Valente

Aiuto regia: Giuseppe Fatigati

Durata: 84

Colore: B/N

Genere: COMMEDIA

Tratto da: tratto dalla commedia "Les surprises du divorce" di Alexandre Bisson e Antony Mars

Produzione: SCALERA FILM

Distribuzione: SCALERA FILM

NOTE
- IL FILM E' STATO GIRATO NEGLI STABILIMENTI SCALERA.
CRITICA
"(...) Il film è realizzato con indubbia abilità e scorrevolezza, anche se un po' troppo insistito verso la fine in quelle complicazioni a sorpresa che per voler sfruttare ogni dato, ogni possibilità dell'argomento da tutti i lati possibili, finiscono per ingegnare un certo storidimento e una certa stanchezza. Forse sarebbe stato bene, dando ad Armando Falconi una di quelle eterne parti di vecchio ammiratore rammollito dal bel sesso, insistere un po' meno in certi effetti comici, rendendo la sua pazzia un poco più sofferta e umana, invece che intrisa di quella beata incoscienza. Ed è d'altra parte un peccato vedere le qualità di un attore come Tofano lasciate in ombra, dandogli da impersonare una figura così poco colorita. Ma queste sono osservazioni particolari: nell'insieme gli interpreti se la cavano bene e formano un nutrito gruppo in cui figurano parecchi dei più bei nomi del nostro teatro, oltre ai due citati (...)". (Alberto Ceretto, 'Gazzetta del Popolo', 1° aprile 1939).