La terza stella

Modesto esordio per Ale & Franz. Che lasciano la panchina di Zelig per il grande schermo

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ITALIA 2004
In un piccolo paese della provincia italiana, tutti gli abitanti sono in fermento poiché sta per aver luogo l'avvenimento dell'anno: la partita di scacchi vivente contro il paese vicino. Tra questi c'è Ale, proprietario dell'albergo 'Belvedere' insieme alla moglie Linda, che lavora sodo per poter aggiungere al suo hotel la fatidica "terza stella". Serio, deciso e razionale, Ale è tutto l'opposto del cognato Franz, il fratello di Linda, completamente stralunato. Franz lavora come addetto alle pulizie in un carcere, ma si installa con l'inganno nell'albergo con la scusa di voler aiutare, scatenando l'estremo disappunto di Ale. A complicare le cose arrivano tre misteriosi individui...
SCHEDA FILM

Regia: Alberto Ferrari

Attori: Ale - Ale, Franz - Franz, Petra Faksova - Ada, Francesca Giovannetti - Linda, Marica Coco - Olivia, Sergio Romano - Bruno, Stefano Venturi - Fabio, Amerigo Fontani - Guido, Mauro Pirovano - Ottavio, Stefano Chiodaroli - Piero, Coco Leonardi - Luigi, Claudio Spadaro - Boss, Massimiliano Mecca - Carabiniere, Diego Parassole - Carabiniere, Bianca Galvan - Gemella, Massimo Palazzini - Maresciallo, Pippo Santanastaso - Cerimoniere/Impiegato del Turismo

Soggetto: Ale , Franz , Alberto Ferrari

Sceneggiatura: Ale , Franz , Alberto Ferrari, Stefano Sudriè

Fotografia: Giovanni Battista Marras

Musiche: Massimiliano Pani, Franco Serafini

Montaggio: Alessio Doglione

Scenografia: Enzo De Camillis

Costumi: Stefano Giovani

Effetti: Augustus Color

Durata: 98

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: MARCO POCCIONI E MARCO VALSANIA PER PER RODEO DRIVE, ROBERTO BOSATRA PER SIFULUM

Distribuzione: MEDUSA (2005)

Data uscita: 2005-03-11

NOTE
- OPERA PRIMA.
CRITICA
"Lui e l'altro in 'La terza stella' sono Ale e Franz, coppia comica elettrizzante, caustica, pungente, ironica, surreale quando dà vita al botta e risposta sulla panchina di un parco qualsiasi che per magia si trasforma in palcoscenico di risate intelligenti. Come avviene, ad esempio, nello Zelig televisivo. Duo comico dal divertimento abbastanza annacquato e privo di spiazzante umorismo quando si mette in testa di voler fare il grande salto (?!) al cinema. Dilatando tempi e ritmi schiavi di una sovrastruttura narrativa che colora la commedia di giallo e che perde per strada proprio lui, il cabaret. Scegliendo volutamente di lanciarsi senza rete, lasciando a casa i loro inconfondibili marchi di fabbrica, come quei Gin e Fizz, rivisitazione del noir-poliziesco. L'augurio alla coppia è quello di trovare la giusta strada nel cinema. Il consiglio, di seguire sempre la buona stella del cabaret." (Leonardo Jattarelli, "Il Messaggero', 11 marzo 2005)

"Una cifra un po' astratta e deliberatamente ingenua, affidata alle infinite varianti del classicissimo rapporto tra l'elemento intelligente, che sopporta fino a che i suoi nervi non scoppiano, che quando non ne può più si fa scappare la battuta acida ma troppo intelligente per l'altro (Ale), e quello un po' tonto ma a suo modo originale, incosciente ma di buon cuore, tanto legnoso e stralunato quanto l'altro è scattante, reattivo, sensibile e autolesionista. Il loro garbo è benvenuto, il divertimento non è sempre assicurato. Mina canta quattro canzoni." (Paolo D'Agostini, 'la Repubblica', 11 marzo 2005)

"Che disastro. Ale & Franz sono simpatici, inutile negarlo, e anche bravi, lo dicono tutti. Il loro umorismo surreale funziona benissimo a 'Zelig', che ogni volta viene giù dagli applausi appena si siedono in panchina prima ancora che aprano bocca. Ma come molti altri colleghi fanno una terribile confusione fra tv e cinema. Perché un conto è uno sketch di cinque minuti, ma già nell'ospitata di Sanremo non è che il tandem avesse fatto faville, un altro è un film di un'ora e mezzo come questo gracilissimo. (...) Insomma, un pianto. Aspettiamo comunque al film d'appello. Peggio non potrà essere." (Massimo Bertarelli, 'Il Giornale', 18 marzo 2005)