La nave bianca

ITALIA 1941
A bordo di una nave da guerra. I marinai, in attesa degli ordini, trascorrono il tempo pensando alle persone che li aspettano a casa e scrivono loro lettere dense di fatti quotidiani e di nostalgia. Improvvisamente arriva l'ordine di partire e durante una battaglia la nave viene colpita. I marinai feriti vengono trasportati sulla "Arno", una nave ospedale su cui prestano servizio le infermiere volontarie della Croce Rossa. Per i marinai inizia un periodo di attesa: la loro nave, in avaria, deve essere riparata prima di poter ripartire per altre battaglie.
SCHEDA FILM

Regia: Roberto Rossellini, Francesco De Robertis - supervisione

Soggetto: Francesco De Robertis

Sceneggiatura: Roberto Rossellini, Francesco De Robertis

Fotografia: Giuseppe Caracciolo, Carlo Bellero - operatore, Mario Bava - assistente operatore, Angelo Baistrocchi - assistente operatore

Musiche: Renzo Rossellini

Montaggio: Eraldo Da Roma

Scenografia: Amleto Bonetti

Durata: 70

Colore: B/N

Genere: GUERRA

Produzione: SCALERA FILM / CENTRO CINEMATOGRAFICO DEL MINISTERO DELLA MARINA

Distribuzione: SCALERA FILM - NUMBER ONE VIDEO

NOTE
- HANNO PARTECIPATO ALLA REALIZZAZIONE DEL FILM GLI UFFICIALI E I SOTTOUFFICIALI DELLA NAVE OSPEDALIERA "ARNO", LE INFERMIERE DEL CORPO VOLONTARIO.

- IL FILM E' STATO PRESENTATO ALLA MOSTRA DI VENEZIA DEL 1941 ED HA VINTO LA COPPA DEL PARTITO NAZIONALE FASCISTA.
CRITICA
"Attesa con fremente impazienza da tutti, 'La nave bianca' è giunta trionfalmente nel porto della Mostra del Cinema, accolta con un successo che non è iperbole definire entusiastico. [...] nessuna scenografia, ma anzi la più assoluta veritò dei luoghi e degli ambienti. Niente attori, niente divi, ma soltanto uomini e donne della vita reale. E', in fondo, un aureo ritorno della cinematografia alle sue prime origini. Negli spettacoli costituiti dai brevissimi metraggi girati dai fratelli Lumière, il pubblico si compiaceva appunto nel vedere riprodotte, senza trucco e senza istrionismi, scene della realtà. [...] Bisogna saper raccontare la vicenda con stile cinematografico, oltreché con chiarezza narrativa, e bisognava saper dirigere e guidare gli improvvisati attori in modo che la loro presenza non turbasse la bellezza dello spettacolo. Questo difficilissimo compito è stato splendidamente portato a termine anche questa volta. [...] Roberto Rossellini, cui si deve l'ottima regia di questo film eccezionale, si piazza di colpo fra i registi dei quali il cinema italiano può andare orgoglioso." (D. Falconi, "Il Popolo d'Italia", 15 settembre 1941).