LA CORRUZIONE
ITALIA - 1963

Stefano, un adolescente sensibile e timido, medita di farsi prete per sfuggire al mondo corrotto che lo circonda. Fingendo di assecondarlo, suo padre, un grande editore, lo convince a compiere una crociera. Sul panfilo Stefano conoscerà Adriana, una ragazza arrivista, la quale, spinta dall'editore, farà in modo di far innamorare di sé il ragazzo. Sconvolto dalla sua prima esperienza sentimentale, Stefano rinuncerà ai suoi progetti e, convinto d'aver superato la crisi della propria adolescenza, entrerà nell'azienda paterna. Qui avrà modo di conoscere la vera personalità del padre: un uomo arido e freddo, fondamentalmente egoista. I dubbi ed il senso di ribellione risorgeranno allora nell'animo di Stefano nuovamente combattuto tra l'amara realtà di un mondo mediocre e corrotto e l'intima aspirazione ad esprimere la generosità e la sincerità della sua giovinezza.
- Regia:
- Attori: - Adriana, - Leonardo Mattioli, - Stefano Mattioli, - Signora Mattioli, - Prof. Morandi, , , , , , ,
- Soggetto: Ugo Liberatore
- Sceneggiatura: Ugo Liberatore, Fulvio Gicca Palli
- Fotografia: Leonida Barboni
- Musiche: Giovanni Fusco - MUSICA DIRETTA DA PIER LUIGI URBINI (EDIZIONI MUSICALI RCA)
- Montaggio: Nino Baragli
- Scenografia: Maurizio Chiari
- Costumi: Maurizio Chiari
-
Altri titoli:
LA CORRUPTION
- Durata: 85'
- Colore: B/N
- Genere: DRAMMATICO, PSICOLOGICO
- Specifiche tecniche: VISTAVISION
- Produzione: ALFREDO BINI PER ARCO FILM (ROMA), SOPAC, BURGUNDIA FILM (PARIGI)
- Distribuzione: INCEI-TITANUS - CD VIDEOSUONO
NOTE
- ESTERNI GIRATI A MILANO E COMO.
- LO SCENOGRAFO E COSTUMISTA MAURIZIO CHIARI E' ACCREDITATO COME MAURIZIO SERRA CHIARI.
- PREMIO FEDERAZIONE NAZIONALE DEI CINECLUB AL XII FESTIVAL DI SAN SEBASTIAN (1964).
- REVISIONE MINISTERO MARZO 1993
- LO SCENOGRAFO E COSTUMISTA MAURIZIO CHIARI E' ACCREDITATO COME MAURIZIO SERRA CHIARI.
- PREMIO FEDERAZIONE NAZIONALE DEI CINECLUB AL XII FESTIVAL DI SAN SEBASTIAN (1964).
- REVISIONE MINISTERO MARZO 1993
CRITICA
"Il film risente di un fondamentale squilibrio tra la sostanza profondamente e dolorosamente umana e la forma troppo fredda e calligrafica. Da ciò deriva l'inconsistenza psicologica dei personaggi ai quali invano i pur bravi interpreti tentano di dare credibilità e calore. Alla preziosità formale del film hanno dato il loro contributo una fotografia di prestigiosa qualità ed un suggestivo commento musicale."
(Segnalazioni cinematografiche, vol.55, 1964)
"Va soggiunto che Bolognini (senza nulla sottrarre ad attori come Cuny e Perrin) ha avuto il merito di inventare una Schiaffino nuova (si può dire che la vediamo e sentiamo recitare per la prima volta...) "
(G.C. Castello, "Il Punto", dicembre 1963)
(Segnalazioni cinematografiche, vol.55, 1964)
"Va soggiunto che Bolognini (senza nulla sottrarre ad attori come Cuny e Perrin) ha avuto il merito di inventare una Schiaffino nuova (si può dire che la vediamo e sentiamo recitare per la prima volta...) "
(G.C. Castello, "Il Punto", dicembre 1963)