I lunghi capelli della morte

ITALIA 1964
Verso la fine del XV secolo, accusata di aver ucciso il conte Franz, Adele Karnstein viene bruciata sul rogo. Lisabeth, sua figlia, è allevata al castello e, divenuta grande, è costretta a sposare il conte Kurt, malvagio autore dell'assassinio. Le maledizioni profferite dalla sventurata Adele s'avverano: la peste imperversa e il conte Humboldt, padre di Kurt, muore per l'improvvisa apparizione di una sconosciuta, nella quale egli ravvisa Mary, la primogenita di Adele da lui sedotta e uccisa anni prima. Kurt s'infiamma d'improvviso amore per la sconosciuta e decide, insieme con lei, di uccidere Lisabeth. Il corpo della donna però sparisce, mentre tutti nel castello continuano a parlarne come di persona viva. Ciò spinge prima al terrore e poi alla follia Kurt, che si sente perseguitato da un fantasma. Nella cripta del castello egli scopre la verità: Lisabeth è viva mentre Mary è il fantasma di sua sorella venuta a compiere la vendetta in nome della madre ingiustamente uccisa. Attratto dal maleficio del fantasma, Kurt si trova rinchiuso e imbavagliato in un fantoccio, destinato ad essere bruciato nei giardini del castello durante una festa. Sarà la stessa Lisabeth ad appiccargli il fuoco.
SCHEDA FILM

Regia: Antonio Margheriti

Attori: Barbara Steele - Helen/Mary Karnstein, Giorgio Ardisson - Barone Kurt Sebastian Weil, Halina Zalewska - Lisabeth Karnstein, Laura Nucci - Grumalda, Umberto Raho - Von Klage, Giuliano Raffaelli - Conte Humboldt, Nello Pazzafini - Monaco, Jeffrey Darcey - Embougr

Soggetto: Ernesto Gastaldi

Sceneggiatura: Tonino Valerii

Fotografia: Riccardo Pallottini

Musiche: Carlo Rustichelli

Montaggio: Mario Serandrei

Scenografia: Giorgio Giovannini

Arredamento: Henry Fraser

Costumi: Humphrey Patterson

Altri titoli:

The Long Hair of Death

La sorcière sanglante

Durata: 100

Colore: C

Genere: HORROR

Produzione: FELICE TESTA GAY PER CINEGAI

Distribuzione: UNIDIS - DOMOVIDEO

CRITICA
"Lo sforzo di rendere convincente la tenebrosa atmosfera di una fosca vicenda di stregoneria, risulta in sostanza vano, poiché la macchinosa storia finisce con l'annoiare, quando addirittura non riesce a suscitare ilarità, per alcune maldestre soluzioni. Di livello assai mediocre la regia e l'interpretazione." ('Segnalazioni cinematografiche', vol. 57, 1965)

"(...) Siamo lontani dal talento d'un Bava (...). Qualche idea flash: i topi rosicchiano un cadavere e danno l'idea che questo respiri (...) il manichino della morte da bruciare (...). Certo, l'appassionato del cinema fantastico ci troverà il suo spasso (...). Barbara Steele è assai graziosa." (Noël Simsolo, 'Saison '71', Parigi, 1971)