GRAN BOLLITO

ITALIA 1977
Lea, matura donna napoletana che gestisce un botteghino del Lotto in una città del Nord, ha avuto tredici figli, ma tutti, tranne uno, le sono morti per aborto o dopo pochi mesi di vita. L'unico sopravvissuto, Michele, viene da lei accudito con affetto morboso: è convinta di averlo sottratto alla Morte patteggiando con lei, così non è disposta a cederlo né alla Patria, né a un'altra donna. Quando Michele, si fidanza con una graziosa maestra di ballo, la madre, per scongiurare il suo distacco, fa un nuovo sacrificio alla Morte, sopprimendo tre amiche zitellone, da cui ricava sapone e biscotti. Giunge, per suo figlio, il richiamo alle armi: per farlo tornare, Lea vorrebbe moltiplicare i suoi riti sacrificali, prendendo di mira, stavolta, una servetta muta e l'odiata ragazza di Michele. I carabinieri la fermeranno in tempo.
SCHEDA FILM

Regia: Mauro Bolognini

Attori: Shelley Winters - Lea, Tony Marsina - Michele, Max von Sydow - Lisa Carpi/Maresciallo, Renato Pozzetto - Stella, In Arte Kraus/Carabiniere, Alberto Lionello - Berta Maner/Funzionario Di Banca, Laura Antonelli - Sandra, Mario Scaccia - Rosario, Marito Di Lea, Franco Branciaroli - Don Onorio, Il Prete, Milena Vukotic - Tina, La Domestica, Rita Tushingham - Maria, Sorella Del Prete, Adriana Asti - Palma, Liù Bosisio - Vicina Zoppa, Maria Monti - Vicina, Giancarlo Badessi - Amica Grassa Di Lisa, Marco Modugno - Studente, Alberto Squillante - Carabiniere, Franco Balducci

Soggetto: Luciano Vincenzoni, Nicola Badalucco

Sceneggiatura: Nicola Badalucco, Angelo Dellagiacoma

Fotografia: Armando Nannuzzi

Musiche: Enzo Jannacci

Montaggio: Nino Baragli

Scenografia: Danilo Donati

Costumi: Danilo Donati

Effetti: Adriano Pischiutta

Altri titoli:

LA SIGNORA DEGLI ORRORI

BLACK JOURNAL

Durata: 115

Colore: C

Genere: PSICOLOGICO DRAMMATICO

Specifiche tecniche: VISTAVISION, TECHNOSPES, EASTMANCOLOR

Produzione: ALESSANDRA RICCARDI INFASCELLI PER TRIANGOLO FILM

Distribuzione: P.A.C. - CENTER VIDEO

NOTE
- SHELLEY WINTERS E' DOPPIATA DA REGINA BIANCHI.
CRITICA
"Tratta, come avverte una didascalia iniziale - ' da avvenimenti realmente accaduti in America, in Egitto e in Italia', ma ispirata, in realtà, soprattutto alla cosiddetta saponificatrice di Correggio, ovvero Leonarda Cianciulli, la vicenda' - prosegue la suddetta didascalia - 'è la favola dell'umanità, che nella storia si realizza attraverso mostruosi massacri subito dimenticati'. L'ambizioso proposito - trasformare un episodio di follia e di superstizione in apologo universale - non trova riscontro nel film così come Bolognini e i suoi collaboratori lo hanno realizzato. Se possiamo ammirare il gusto della ricostruzione ambientale, l'ottima fotografia e l'impeccabile mestiere degli attori, assai più arduo è attribuire, alla macabra storia, quel significato di riflessione 'sul mistero della follia non individuale ma collettiva' che era nelle loro intenzioni." (Segnalazioni Cinematografiche, vol. 84, 1978)