Concorrenza sleale

ITALIA 2001
Roma, 1938. Il milanese Umberto ha un negozio di sartoria, e proprio a fianco c'è la merceria di Leone, un romano estroverso e simpatico. I due non convivono tranquillamente, anzi si detestano. Umberto non sopporta che quando abbellisce la vetrina o attacca dei cartelli promozionali, subito Leone sfrutti quelle idee a proprio vantaggio. Se i genitori sono in contrasto, i figli, invece, si frequentano: i più piccoli frequentano la stessa scuola e giocano insieme; i maggiori -il figlio di Umberto e la figlia di Leone - si innamorano e vorrebbero fidanzarsi. Di lì a poco il Governo promulga le leggi razziali contro gli ebrei. Leone e famiglia devono consegnare ai militari la radio, licenziare la cameriera ariana e il piccolo è costretto a lasciare la scuola. Quando Leone si ammala, Umberto va a casa a trovarlo, e tra i due nasce una istintiva complicità. Ma ormai il meccanismo si è messo in moto. Poco dopo essere tornato in negozio, Leone è costretto a chiudere. Una mattina carica mobili e masserizie, fa salire la famiglia poi si siede accanto a loro. Il camion si allontana. Umberto lo saluta con sguardo preoccupato.
SCHEDA FILM

Regia: Ettore Scola

Attori: Diego Abatantuono - Umberto, Sergio Castellitto - Leone, Gérard Depardieu - Angelo, Jean-Claude Brialy - Nonno Mattia, Sabrina Impacciatore - Matilde, Gioia Spaziani - Susanna, Paola Giannetti - Portiera, Augusto Fornari - Zio Peppino, Giorgio Colangeli - Vinaio Boccioni, Walter Dragonetti - Pietruccio, Simone Ascani - Lele, Rolando Ravello - Ignazietto, Elio Germano - Paolo, Bruno Cariello - Profumiere Di Veroli, Emanuele Salce - Agente Tramontana, Federica Bonavolontà - Crispina, Ivinne Ekman - Nonna Susanna, Claudio Bigagli - Commissario Collegiani, Claude Rich - Conte Reuberg, Eliana Miglio - Profumiera Di Veroli, Antonella Attili - Sig.ra Giuditta, Fausto Ennio Di Cesare - Maestro di Pianoforte, Carlo Molfese - Proprietario dello stabile, Sandra Collodel - Chiaretta, Anita Zagaria - Sig.ra Margherita

Soggetto: Furio Scarpelli

Sceneggiatura: Ettore Scola, Silvia Scola, Furio Scarpelli, Giacomo Scarpelli

Fotografia: Franco Di Giacomo

Musiche: Armando Trovajoli

Montaggio: Raimondo Crociani

Scenografia: Luciano Ricceri

Costumi: Odette Nicoletti

Effetti: Fabrizio Storaro

Durata: 110

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Produzione: MEDUSA FILM REALIZZATA DA FRANCO COMMITTERI PER MASSFILM SPA

Distribuzione: MEDUSA

NOTE
- FILM RICONOSCIUTO DI INTERESSE CULTURALE NAZIONALE.

- PREMIO DAVID PER MIGLIORE SCENOGRAFIA (LUCIANO RICCERI).
CRITICA
"Ettore Scola ha fatto un bel film, sobrio e toccante, delicato e divertente, per raccontare come e quanto gli italiani possano essere razzisti, anche se di sé pensano il contrario. Due famiglie di commercianti rivali, una ebrea e l'altra no, sono testimoni di cosa accadde nel 1938, l'anno in cui vennero promulgate le leggi fasciste contro gli ebrei, a Roma città di Mussolini e di quel Vaticano che rimase inerte di fronte alla legalizzazione dell'antisemitismo. La vicenda è discontinuamente vista con gli occhi (e con i disegni) di un bambino. Diego Abatantuono è, tra gli interpreti italiani e francesi, il più eloquente, il più bravo". (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 23 febbraio 2001)

"Il soggetto di Furio Scarpelli parte da uno spunto originale: la concorrenza di due negozi contigui, una sartoria di tradizione in calo gestita da Umberto e una merceria emergente sotto la spinta di Leone, che si trasforma ben presto (forse troppo) in una solidarietà quando interviene la campagna razziale. I rivali sono Diego Abatantuono e Sergio Castellitto ed entrerà nelle antologie la scena in cui scoppiano a ridere sulla disavventura di un parente fascista che si è sparato al piede. In un film che tende a privilegiare la descrizione sulla narrazione, Scola si conferma un maestro nel far rivivere al naturale gli ambienti e i personaggi dell'epoca che già illustrò nel suo capolavoro 'Una giornata particolare'. 'Concorrenza sleale' è prodotto alla grande da Franco Committeri, con una strada che sembra vera creata dallo scenografo Luciano Ricceri, una espressiva fotografia di Franco Di Giacomo e un commento musicale 'firmato' al pianoforte dal grande Armando Trovajoli". (Tullio Kezich, 'Corriere della Sera', 24 febbraio 2001)

"Da 'Una giornata particolare' a un angolo de' Roma nel sedicesimo anno dell'era fascista. Sempre per raccontarci la solidarietà tra gli esclusi e il rifiuto di marcare i 'diversi' da parte delle anime semplici. In 'Concorrenza sleale' c'è in più un tentativo di coralità, in meno tutto il resto. Scola si avvale di un soggettista-sceneggiatore della vecchia guardia, Furio Scarpelli, e gli affianca due figli d'arte. L'intento evidente è quello di tessere a più mani, attorno ai due personaggi centrali - titolari di negozi d'abbigliamento attigui - una serie di quadretti d'ambiente che un po' alla volta facciano sbalzare il profilo drammaturgico della storia. Questo però non avviene. Soltanto i duetti tra il burbero milanese Umberto, gestore della premiata sartoria Melchiorri, e il merciaio Leone, ebreo col senso dell'umorismo de' noartri, raggiungono momenti toccanti e di buona tenuta spettacolare. Così la storia dei due acerrimi concorrenti in commercio che scoprono nell'ingiustizia la molla della conciliazione fa l'effetto di una minuscola perla preziosa incastonata nell'ottone. Abbonda invece il macchiettismo: nella famiglia ariana c'è addirittura un cognato fannullone simil-Amarcord, e i piccoli Lele e Pietruzzo eleggono la moglie del profumiere a Gradisca di turno. Imperdonabile è soprattutto il personaggio del prof Depardieu, fratello d'Abatantuono, buttato là a sobillar le coscienze e non degnato di un cenno di commiato". (Alfredo Boccioletti, 'Il Resto del Carlino', 25 febbraio 2001)

"Ettore Scola torna alla 'giornata particolare' delle leggi razziali fasciste del '38, ma espande l'unità temporale, focalizza il racconto su due commercianti e manifesta, purtroppo quasi in forma didattica e picaresca, l'infelice ordine nuovo che portò alla deportazione ebraica. Nel 'quasi', però, ci sono i margini positivi della visione: il quartiere-set dove, tra negozi, vicini di casa, posto di polizia e osteria, ricrea l'Italia solidale e ignara rotta e divisa dalla partecipazione alla 'soluzione finale'; il duo mattatoriale, equilibrato e rattenuto, composto dal sarto d'altri tempi Diego Abatantuono e l'esercente ebreo d'abiti confezionati Sergio Castellitto. Sono invece segnatamente accattivanti e convenzionali, lo stratagemma narrativo dello sguardo infantile e la costellazione di figurine di contorno del piccolo mondo antico, di cui, però, a volte c'arriva in picchiata un'eco di semplicità e orgoglio, un frammento di vita vissuta. La sceneggiatura è firmata da Scola con Furio Scarpelli e con i figli d'entrambi. Che non erano ancora nati". (Silvio Danese, 'Il giorno', 24 febbraio 2001)

"I personaggi di 'Concorrenza sleale' sono figurine d'epoca: il gerarchetto e la commessa innamorata del principale, il commissario ed il maestro di pianoforte, il nonno combattivo e l'orologiaio fuggito dalla Germania. In questo, il film di Scola evoca 'Amarcord', memoria che torna anche nell'attrazione dei due ragazzini per la bella profumeria. Però, man mano che procede verso la fine il film vira all'amarezza e alla malinconia quando la presunta bonomia italiana non vale a impedire la peggiore ingiustizia. Nella dettagliata ricostruzione d'epoca, tra Idrolitica e le figurine Liebig, Abatantuono e Castellitto immettono i loro talenti recitativi moderni. Basta veder la scena in cui cercano di non ridere per l'incidente occorso al cognato fascista del primo: roba buona come poc'altra per le prossime antologie del cinema italiano". (Roberto Nepoti, 'la Repubblica', 11 marzo 2001)

"Che bel film è 'Concorrenza Sleale'. Guardando ai lavori di Scola, potremmo dire che incrocia l'epoca e l'unità di 'Una giornata particolare' con la coralità de 'La famiglia' per la mano sicura con cui Scola e Scarpelli tratteggiano i due mondi contrapposti (...) E senza mai cadere nell'anedottico, ma dando all'insieme la massima vivacità a forza di invenzioni, precisione di linguaggio, ovvero di cura per tutti quei dettagli che danno il sapore di un'epoca..." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 22 febbraio 2001)