Amori e disastri

Flirting with Disaster

USA 1996
Mel è felice con la bella moglie Nancy e il figlio neonato ma sente che gli manca qualcosa, vuole incontrare i suoi veri genitori, che non ha mai conosciuto, essendo stato adottato da piccolo da un'altra coppia. Tina, ex ballerina ora psicologa, lavora per l'agenzia che si è occupata dell'adozione di Mel ed ora ha il compito di riunirlo con i genitori, riprendere in video l'incontro e utilizzarlo per motivi di studio. Cosi Mel, Nancy, il bambino e Tina si mettono in viaggio verso le persone individuate, ma la ricerca si rivela più difficile del previsto. Quelli indicati si rivelano per più volte genitori sbagliati, e Mel ad un certo momento cede alle attenzioni di Tina ed ha un rapporto con lei. Anche Nancy non si mostra insensibile alla presenza di un giovane poliziotto suo ex compagno di studi, incontrato durante le varie ricerche, e così nella confusione generale, tra genitori veri, falsi, adottivi, gli equivoci vanno avanti fino al chiarimento finale. Ma tutto, famiglia, moglie, genitori, è ormai rimesso in discussione.
SCHEDA FILM

Regia: David O. Russell

Attori: Ben Stiller - Mel Coplin, Patricia Arquette - Nancy Coplin, Téa Leoni - Tina Kalb, Mary Tyler Moore - Signora Coplin, George Segal - Signor Coplin, Alan Alda - Richard Schlicting, Lily Tomlin - Mary Schlicting, Glenn Fitzgerald - Lonnie Schlicting, Josh Brolin - Tony, Richard Jenkins - Paul, Celia Weston - Valerie Swaney, Beth Ostrosky - Jane, Cynthia Lamontagne - Sandra, Patrick David Kelly - Fritz Boudreau, John Ford Noonan - Mitch, Charlet Obery - Signora Della Pensione

Soggetto: David O. Russell

Sceneggiatura: David O. Russell

Fotografia: Eric Alan Edwards

Musiche: Stephen Endelman

Montaggio: Christopher Tellefsen

Scenografia: Kevin Thompson

Costumi: Ellen Lutter

Durata: 96

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: NORMALE A COLORI

Produzione: DEAN SILVERS

Distribuzione: CECCHI GORI DISTRIBUZIONE (1997) - CECCHI GORI HOME VIDEO

NOTE
- REVISIONE MINISTERO APRILE 1997.
CRITICA
"Probabilmente il modello che lo sceneggiatore-regista Russell, qui al suo secondo film dopo 'Spanking the Money' (1994), ha in mente sono le commedie degli anni 40 di Preston Sturges con la loro caustica irrisione dei costumi e dei miti americani. C'è, poiché i tempi sono cambiati e la censura ha allentato le briglie, una maggiore spregiudicatezza in materia sessuale, ma non è detto che sia un vantaggio poiché si risolve soltanto in dialoghi più espliciti sul sesso orale, l'omosessualità, la bisessualità. Non tutte le situazioni comiche hanno esiti divertenti anche perché in Russell lo sceneggiatore vale più del regista, ma il confronto tra le due coppie di genitori - quella nevrotica e ansiosa Tyler-Segal e quella dei figli dei fiori invecchiati Tomlin-Alda - è tutto da godere. Tra gli attori, comunque, il reparto femminile batte quello maschile". (Morando Morandini, 'Il giorno', 29 maggio 1997)
"Ecco un titolo che non passerà alla storia del cinema né a quella della commedia ma che segna un punto capitale nell'evoluzione dei gusti e degli stili di fabbricazione. Premio del pubblico al Sundance Festival di Robert Redford, diretto dal giovane David O. Russell, 'Wlirting With Disaster' è infatti una sit-com al cubo, una screwball comedy anni 30 velocizzata e concentrata come un microprocessore, un catalogo di spunti comici (spesso irresistibili, siamo onesti) così traboccante e affastellato da generare paradossalmente sazietà, sconforto, perfino un certo tedio, come quando prendiamo troppe pietanze al buffet e ci viene la nausea". (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 28 maggio 1997)
"Se nell'impostare personaggi e situazioni, il film scritto e diretto da David O'Russell risente di una certa meccanicità, presto lievitano alcune trovate molto divertenti e le occasioni per farsi due risate a base di ben oliato umorismo ebraico non mancano. Soprattutto quando sono in scena attori cornici della classe del papà adottivo George Segal e degli irresistibili genitori naturali Alan Alda e Lily Tomlin". (Alessandra Levatesi, 'La Stampa', 27 maggio 1997)