Cercando Camille è un viaggio on the road di un padre, malato di Alzheimer, insieme alla figlia. Edoardo (Luigi Diberti) è stato un padre piuttosto assente nella vita di sua figlia Camille (Anna Ferzetti), ormai quarantenne. Il figlio Roger (Ivan Sgarbossa) vorrebbe rinchiuderlo in una casa di cura specializzata in questa malattia, mentre Camille non si rassegna al fatto che ormai la memoria del padre si sia compromessa in modo irreversibile. Per questo decide di intraprendere un itinerario su un vecchio camper verso la Bosnia dove Edoardo era stato corrispondente di guerra. Lungo il tragitto incontreranno l’autostoppista e violoncellista Leo (Nicola Mastroberardino) che si unirà al loro viaggio.

Di film con al centro il tema dell’Alzheimer già ne abbiamo visti tanti e sicuramente più incisivi. A cominciare da Still Alice, interpretato da Julianne Moore nei panni di una professoressa della Columbia University di New York affetta dalla malattia che mina i ricordi di chi ne soffre. Qui la regista Bindu de Stoppani, al suo secondo lungometraggio dopo Jump, porta in sala una storia che più che parlare della malattia racconta la relazione tra un padre e una figlia.

Il problema però è che è tutto già visto. Non solo il tema dell’Alzheimer, ma anche quello del viaggio, dell’incontro, della ricerca di se stessi e della memoria. Insomma niente di nuovo all’orizzonte. Si pensi anche a Remember di Atom Egoyan che raccontava il viaggio di un ebreo affetto da demenza senile, vecchio sopravvissuto di Auschwitz che voleva vendicarsi del gerarca nazista.

 

Alla fine il camper malconcio che non parte, l’autostoppista solitario, i vari personaggi che incontrano tra cui l’ex amante che gira nuda non convincono. E la commedia dal tono agrodolce della regista nata in India, da mamma ticinese e papà americano, risulta purtroppo piuttosto banale e fin troppo dolce e davvero poco agre. Unica eccezione è Anna Ferzetti che riesce bene a interpretare la parte della sognatrice un po’ svampita.