I due presidenti

The Special Relationship

3/5
La "relazione speciale" tra Clinton e Blair nell'intelligente lavoro di Loncraine. Prodotto dalla HBO

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GRAN BRETAGNA 2010
Usa e Gran Bretagna, fine anni '90. I Blair e i Clinton formano un quartetto unico al mondo legato da un'amicizia basata su ideali comuni e su un autentico e profondo affetto. Tuttavia, gli eventi mondiali e alcune vicende personali metteranno in discussione il loro 'rapporto speciale' e i due Presidenti dovranno fare i conti con la natura effimera del potere e spesso anche dell'amicizia.
SCHEDA FILM

Regia: Richard Loncraine

Attori: Michael Sheen - Tony Blair, Dennis Quaid - Bill Clinton, Helen McCrory - Cherie Blair, Hope Davis - Hillary Clinton, Adam Godley - Jonathan Powell, Mark Bazeley - Alastair Campbell, Marc Rioufol - Jacques Chirac, Kerry Shale - Consulente dei Clinton, Demetri Goritsas - Stratega, Nancy Crane - Addetta al cerimoniale, John Schwab - Reporter, Lara Pulver - Stagista, Eric Meyers - Giornalista Americano, Rufus Wright - Giornalista inglese, Matthew Marsh - Consigliere politica estera

Sceneggiatura: Peter Morgan

Fotografia: Barry Ackroyd

Musiche: Alexandre Desplat

Montaggio: Melanie Oliver

Scenografia: Maria Djurkovic

Costumi: Consolata Boyle

Durata: 89

Colore: C

Genere: DRAMMATICO STORICO

Specifiche tecniche: ARRICAM LT, SUPER 35 (3-PERF) STAMPATO A 35 MM (1:2.35) - DE LUXE

Produzione: ANDY HARRIES, KATHLEEN KENNEDY, CHRISTINE LANGAN PER BBC FILMS

Distribuzione: MEDUSA

Data uscita: 2010-12-10

TRAILER
NOTE
- DENNIS QUAID E' STATO CANDIDATO AL GOLDEN GLOBE 2011 COME MIGLIOR ATTORE DI MINISERIE/FILM TV. HOPE DAVIS, INVECE, COME MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA.
CRITICA
"Il registro è drammatico, Michael Sheen il riconosciuto sosia di Blair ('The Deal', 'The Queen', come lo sceneggiatore Peter Morgan), Dennis Quaid bissa da presidente dopo 'American Dreamz', mentre il regista Richard Loncraine lava i panni sporchi." (Federico Pontiggia, 'Il Fatto Quotidiano', 09 dicembre 2010)

"Un genio si aggira per il mondo del cinema. Non è un regista, né un attore: si chiama Peter Morgan, è un londinese di 47 anni, fa lo sceneggiatore. È un appassionato di politica, e non vi sorprenderà sapere che ha firmato i copioni di 'The Queen', di 'Frost/Nixon' e di 'I due presidenti', la love-story politica fra Tony Blair e Bill Clinton. Vi stupirà invece che Morgan ha scritto anche 'Hereafter', il magnifico film sull'aldilà di Clint Eastwood che uscirà in Italia il 5 gennaio 2011. Morgan è Io scrittore del momento. 'I due presidenti' è un film per la tv, co-prodotto da Hbo (Usa) e Bbc (Gran Bretagna), ma in molti paesi sta uscendo al cinema. Il regista Loncraine l'ha girato in doppio formato, quadrato per la tv, panoramico per le sale. Loncraine è uno di quegli inglesi tuttofare che, con un buon copione in mano, difficilmente sbagliano film. (...) Da brividi." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 10 dicembre 2010)

"'I due Presidenti' sono Bill Clinton, Presidente degli Stati Uniti, e Tony Blair, Primo Ministro britannico, legati tra loro da una 'relazione speciale', come diceva il titolo originale del film, in omaggio a una lunga tradizione dei loro rispettivi Paesi. Una relazione politica, in pace e in guerra, ma anche, quasi subito, in ambiti privati, per identità di vedute, per una grande stima reciproca e anche a causa dell'amicizia presto intrecciata dalle mogli, Hillary Clinton, da una parte, e Cherie Blair dall'altra. (...) Con il generoso sostegno di interpreti pronti a muoversi come richiesto: da Michael Sheen, Blair per la terza volta con verosimiglianza straordinaria, a Dennis Quaid, un Clinton forse poco somigliante, ma sempre molto intenso. Le mogli sono Hope Davis, che è quasi il ritratto dal vero di Hillary Clinton, e Helen McCrory che era già stata Cherie Blair in "The Queen"." (Gian Luigi Rondi, 'Il Tempo', 10 dicembre 2010)

"Il presidente americano Bill Clinton e il primo ministro inglese Tony Blair hanno formato una sorta di coppia politica durante nove anni (1992-2001). Non erano teste particolarmente fini, nel corso dei loro governi non sono accaduti avvenimenti storici sensazionali, hanno commesso (soprattutto Clinton) errori anche gravi. Eppure il film, terzo capitolo della trilogia che il regista Loncraine ha dedicato a Blair (i capitoli precedenti erano 'The Deal' e 'The Queen' con Helen Mirren) è appassionante: civile e politico, classico e sperimentale. (...) 'I due presidenti' rimane un film esemplare nel suo mix di documento realistico e di narrazione d'immaginazione con personaggi autentici e interpreti fittizi: davvero molto, molto interessante." (Lietta Tornabuoni, 'La Stampa', 10 dicembre 2010)

"La politica mondiale in chiave di sit-com. Ovvero: la fine del '900 vista dal tinello di casa Blair (e di casa Clinton, con molte telefonate fra l'una e l'altra, e figli spediti a letto quando il Tg spara il caso Lewinsky). Perché accontentarsi di Casa Vianello se possiamo vedere due fra gli uomini più potenti del mondo prendere decisioni capitali in famiglia, nella vasca da bagno o con lo spazzolino in mano? Scritto da un vero specialista (il Peter Morgan di 'The Queen' e 'Frost/ Nixon'), l'istruttivo 'I due presidenti' riscatta l'evidente matrice tv con dialoghi in punta di penna che sarebbe stato bello godere in originale, anche per apprezzare le differenze d'accento e di educazione dei due amici-alleati-rivali (in politica, si sa, tutto è transitorio). Trattandosi di un film inglese, la figura peggiore la fa Blair, visto come un opportunista che aiuta Clinton nel momento più duro (il Monicagate), ma lo attacca per vincere la guerra contro Milosevic. E tende senza vergogna la mano a Bush quando il texano ruba la vittoria a Gore. (...) Grande cavalleria invece per le first ladies, molto più graziose e pacate che nella realtà. Eppure un 'visto da Hillary' (o da Cherie) sarebbe irresistibile." (Fabio Ferzetti, 'Il Messaggero', 10 dicembre 2010)

"Fresco di presentazione al Tff approda sugli schermi il film di Richard Loncraine, realizzato per conto della Hbo. Si tratta del terzo, e ultimo, episodio che lo sceneggiatore Peter Morgan ha dedicato a Tony Blair, dopo 'The Deal' e 'The Queen'. Facendo in qualche modo la fortuna di Michael Sheen, l'attore britannico dal sorriso accattivante chiamato sempre a interpretare Tony. (...) Non va preso per oro colato tutto quel che, politicamente, viene affermato nel film, però suona tutto piuttosto credibile se ci si limita al livello divulgativo, come era intenzione degli autori. L'ambizione sfrenata di Tony, le debolezze di Bill, i ruoli delle mogli, i conflitti, le telefonate, i viaggi, le cene tutto sembra portare in un mondo ben aldilà della vita della gente comune. Eppure quelli che decidono, quelli che hanno il potere di decidere, in fondo, sono proprio così: esseri umani. Anche se tutto questo non li assolve quando compiono disastri dai quali nessuno poi sa più come uscire, visto che la coppia Blair-Bush, tra le altre cosette, ci ha regalato quasi dieci anni di guerra impantanata in Afghanistan e Iraq con decine di migliaia di morti." (Antonello Catacchio, 'Il Manifesto', 10 dicembre 2010)

"Se dovessimo usare "I due presidenti' come bignami illustrativo della 'terza via' giddensiana, politica progressista del fare che furoreggiava sull'asse Usa-Europa durante gli anni '90, ci renderemmo conto della morbida, programmata e totalizzante cancellazione dell'idealismo socialista novecentesco che questa ha comportato. A sentire e seguire Tony Blair e Bill Clinton con relative consorti, versione Richard Loncraine su script di Peter Morgan ('The deal', 'The Queen' sempre con Blair) scopriamo subito che destra ultrareazionaria e sinistra radicale per i due leader pari sono. (...) Richard Loncraine, infine, galleggia ai bordi della solita, formalmente composta, fiction tv britannica fumosamente progressista, dove si mescolano approssimative appartenenze di classe, interscambiabili ruoli sociali e politici, humor tagliente e gag da asilo. Pastone politico/culturale affine al riformismo socialdemocratico anni '90 pubblicizzato ed edulcorato in 'I due presidenti' e di cui si sente davvero poco la mancanza." (Davide Turrini, 'Liberazione', 10 dicembre 2010)