L'EROE SONO IO

ITALIA 1951
Righetto è un venditore ambulante di gelati, afflitto da una statura minuscola, che gl'impedisce di riportare dei successi nel corteggiare le ragazze. Infatti le frequentatrici del giardino del lago sono tutte innamorate di Bob D'Alba, bel giovanotto, protagonista di film a fumetti, che spesso si produce coi suoi compagni al giardino. Un giorno, Righetto, che si trova fra gli spettatori, viene preso per un artista ed egli ne approfitta per far la corte a Silvia, spacciandosi addirittura per un divo, amico intimo di Bob D'Alba. Silvia, che vorrebbe divenire artista, lo prega d'appoggiarla nelle sue aspirazioni e Righetto naturalmente promette. Il giorno dopo, Righetto, rimasto senza occupazione e convinto d'aver la stoffa di un grande attore, si rivolge alla ditta produttrice di fumetti, che l'ingaggia come comparsa negra. Silvia, venuta a fare un provino, lo vede truccato da moro e resasi conto della vanità delle sue millanterie, non vuol più saperne di lui. Essendosi affidata a Bob D'Alba, ch'è un vero lestofante, Silvia viene coinvolta in una tragica avventura, e, dopo molte peripezie, viene salvata da Righetto. La fanciulla si persuade che il suo minuscolo spasimante ha un gran cuore e la vicenda finirà con un buon matrimonio.
SCHEDA FILM

Regia: Carlo Ludovico Bragaglia

Attori: Delia Scala - Silvia, Achille Togliani - Bob D'Alba, Francesco Golisano, Enzo Biliotti, Renato Rascel - Righetto, Giovanna Mazzotti, Pasquale Fasciano, Anna Di Leo, Silvio Noto, Peppino De Martino, Kiki Urbani, Arturo Bragaglia, Monica Clay, Pinuccia Dell'Orto, Marisa Merlini

Soggetto: Guido Leoni

Sceneggiatura: Age

Fotografia: Marco Scarpelli

Musiche: Renzo Rossellini

Scenografia: Alfredo Tavazzi

Durata: 85

Produzione: DOMENICO FORGES DAVANZATI PER LUX FILM

Distribuzione: LUX FILM

CRITICA
"Un film comico che muove raramente il pubblico all'ilarità. Lo spunto non è nemmeno originale e le trovate sono prive di brio. Gli attori sono tutti giu di tono e Rascel colleziona un'altra delle sue interpretazioni senza senso". (F. Gabella, "Intermezzo", n. 9/10 del 31/5/1952).