La prima cosa bella

4/5
Il ritorno di Virzì nella sua Livorno. Che risplende grazie ad una "storia d'amore" d'altri tempi e interpreti in stato di grazia

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ITALIA 2009
Livorno, anni '70. Anna Nigiotti è una giovane e bellissima mamma ignara delle attenzioni maliziose che le rivolgono gli uomini e che suscitano, invece,i sospetti rabbiosi di suo marito Mario e la vergogna del primogenito Bruno. Anni dopo, Anna è gravemente ammalata ed è giunta al capolinea della sua vivace seppur travagliata esistenza, ma la sua irresistibile e contagiosa vitalità le consente di vivere serenamente questo momento così difficile. Bruno, invece, ha ormai tagliato i ponti con la sua città, la famiglia e il passato tanto che accetta malvolentieri il richiamo di sua sorella Valeria per andare a dare l'ultimo saluto alla madre. Riluttante e senza entusiasmo, Bruno arriva a Livorno, ma l'incontro, dopo tanti anni, con quella mamma esplosiva, ancora bella e vivacissima, che a dispetto delle prognosi mediche sembra non aver nessuna intenzione di morire, costringe Bruno a rievocare le vicissitudini familiari che aveva voluto a tutti i costi dimenticare. Il ricordo delle peripezie vissute insieme alla mamma allegra e incosciente, unito a una serie di matrimoni e separazioni a sorpresa e a una scoperta scioccante, condurranno tutti i protagonisti a una inaspettata quanto necessaria riconciliazione.
SCHEDA FILM

Regia: Paolo Virzì

Attori: Valerio Mastandrea - Bruno Michelucci (2009, Micaela Ramazzotti - Anna Nigiotti in Michelucci (1970-1980, Stefania Sandrelli - Anna Nigiotti in Michelucci (2009, Claudia Pandolfi - Valeria Michelucci (2009, Marco Messeri - Il Nesi, Aurora Frasca - Valeria Michelucci (1970, Giacomo Bibbiani - Bruno Michelucci (1970, Giulia Burgalassi - Valeria Michelucci (1980, Francesco Rapalino - Bruno Michelucci (1980, Isabella Cecchi - Zia Leda Nigiotti, Sergio Albelli - Mario Michelucci, Fabrizia Sacchi - Sandra, Dario Ballantini - Avvocato Cenerini (1970-1980, Paolo Ruffini - Cristiano Cenerini, Emanuele Barresi - Il Lenzi, Fabrizio Brandi - Giancarlo (2009, Michele Crestacci - Luciano Vallesi, Bobo Rondelli - Armando Mansani, Isabelle Adriani - Giuliana Cenerini 1971-1981, Paolo Giommarelli - Conte Augusto Paoletti, Giorgio Algranti - Vicesindaco

Soggetto: Francesco Bruni, Francesco Piccolo, Paolo Virzì

Sceneggiatura: Francesco Bruni, Francesco Piccolo, Paolo Virzì

Fotografia: Nicola Pecorini

Musiche: Carlo Virzì

Montaggio: Simone Manetti

Scenografia: Tonino Zera

Costumi: Gabriella Pescucci

Effetti: EDI - Effetti Digitali Italiani

Suono: Mario Iaquone - presa diretta

Durata: 116

Colore: C

Genere: COMMEDIA

Specifiche tecniche: 35 MM

Produzione: FABRIZIO DONVITO, MARCO COHEN, BENEDETTO HABIB, PAOLO VIRZÌ, CARLO VIRZÌ PER INDIANA PRODUCTION COMPANY, MEDUSA FILM, MOTORINO AMARANTO

Distribuzione: MEDUSA

Data uscita: 2010-01-15

TRAILER
NOTE
- DAVID DI DONATELLO 2010 PER: MIGLIOR SCENEGGIATURA, ATTRICE PROTAGONISTA (MICAELA RAMAZZOTTI, CHE HA IDEALMENTE CONDIVISO LA STATUETTA CON STEFANIA SANDRELLI, ANCHE LEI CANDIDATA PER QUESTO FILM E NELLA STESSA CATEGORIA), ATTORE PROTAGONISTA (VALERIO MASTANDREA). ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR FILM, REGISTA, ATTRICE PROTAGONISTA (STEFANIA SANDRELLI), ATTRICE NON PROTAGONISTA (CLAUDIA PANDOLFI), ATTORE NON PROTAGONISTA (MARCO MESSERI), DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA, MUSICISTA, CANZONE ORIGINALE, SCENOGRAFO, COSTUMISTA, TRUCCATORE (PAOLA GATTABRUSI), ACCONCIATORE (MASSIMO GATTABRUSI), MONTATORE, FONICO DI PRESA DIRETTA, EFFETTI SPECIALI VISIVI.

- NASTRO D'ARGENTO 2010 PER: REGISTA DEL MIGLIOR FILM, SCENEGGIATURA, ATTRICE PROTAGONISTA (MICAELA RAMAZZOTTI E STEFANIA SANDRELLI) E COSTUMI (GABRIELLA PESCUCCI, PREMIATA ANCHE PER "AGORÀ" DI ALEJANDRO AMENÁBAR). ERA CANDIDATO ANCHE PER: MIGLIOR SCENEGGIATURA, ATTORE PROTAGONISTA (VALERIO MASTANDREA), ATTORE NON PROTAGONISTA (MARCO MESSERI), ATTRICE NON PROTAGONISTA (CLAUDIA PANDOLFI), FOTOGRAFIA (NICOLA PECORINI, CANDIDATO ANCHE PER "PARNASSUS-L'UOMO CHE VOLEVA INGANNARE IL DIAVOLO" DI TERRY GILLIAM), MONTAGGIO E SONORO IN PRESA DIRETTA.

- FILM SELEZIONATO COME CANDIDATO ITALIANO PER LA CINQUINA DELL'OSCAR 2010 COME MIGLIOR FILM STRANIERO.
CRITICA
"Si ride e si piange, spesso contemporaneamente. Il copione (di Virzì, Francesco Bruni e Francesco Piccolo) è benissimo calibrato e gli attori sono tutti super." (Alberto Crespi, 'L'Unità', 15 gennaio 2010)

"Perdutamente innamorato della moglie Micaela Ramazzotti e della propria città Livorno, il regista toscano mette a punto la sua opera più intima e insieme universale, La 'prima cosa bella' è la mamma, quella splendida ed esuberante che ha condizionato le vite dei due fratelli protagonisti. La briosa Valeria (Claudia Pandolfi) e l'infelicissimo Bruno (Valerio Mastandrea). Dal 1971 a oggi, passioni, turbamenti, gioie e dolori di una famiglia livornese, fino all'inevitabile e commovente riconciliazione." (Diego Carmignani, 'Terra', 15 gennaio 2009)

"Il papà Stato non c'è, con la sua politica che delude gli individui, ma in compenso c'è tanta madre famiglia, pure con i suoi risvolti violenti, nel nuovo film di Paolo Virzì, 'La prima cosa bella' (...) quando si affonda il piede nel terreno familiare, cercando di tirarsi fuori da odio e melassa, cose non dette e segreti rimossi, madri devastanti e padri incolori, è bello scoprire quanto pesino, nel bene e nel male, gli affetti più profondi. Se poi c'è dimezzo un cast formidabile, con una Micaela Ramazzotti che sbalza, allegra e precisa, la figuretta carnale di Anna Nigiotti in Michelucci una mamma (...) nella Livorno degli anni Settanta, misurandosi con la navigata Stefania Sandrelli, che fa Anna nella terza età, mentre Claudia Pandolfi e Valerio Mastandrea impersonano i problematici figli di lei, in un corifeo di colleghi ugualmente bravi (da Marco Messeri a Dario Ballantini, lontano dal suo «Valentino» tv), il dado è tratto: si fa vero cinema. Tanto più gradito quanto più a ruota dei commerciali film natalizi. (...) E cade molto, questa mamma sui generis, picchiata e strattonata dal marito carabiniere (il padre del regista lo fu), perché altri maschi la guardano, o le pizzicano il sedere, mentre lei, desiderata suo malgrado, «è di molto bona». (...) Ma che c'è di struggente in questa ballata, che ha nel titolola celebre canzone di Nicola Di Bari, successo sanremese 1970. Praticamente tutto: gli interni di certe case livornesi povere, ma calde di memoria; lo zucchero filato, che Anna-Sandrelli, malata terminale, mangia di rapina, insieme al figlio, tossico occasionale, durante una fiera cittadina; la musica d'epoca, un matrimonio in articulo mortis, un figlio illegittimo, che spunta dal nulla e ama subito quella madre svitata, quei fratelli spaesati." (Cinzia Romani, 'Il Giornale', 13 gennaio 2010) "Virzì è per Livorno quel che Marcel Pagnol è stato e Rohert Guédiguian è tuttora per Marsiglia. Descrive cioè la sua città anche in ciò che non gli piace. A priori è ostile - s'è già visto con 'Ovosodo' - solo ai ricchi e qui anche a un nobile, «fascistone», nel quale s'intravvede Marzio Ciano. Mastandrea e la Pandolfi somigliano ai bambini e ai ragazzi che li precedono nel ruolo, ma la Sandrelli ha un volto completamente diverso da quello della Ramazzotti. Se preso dalla storia, come è probabile, il pubblico ci passerà sopra. Paolo Ruffini, nel terzo figlio, quello «venduto», porta la bandiera dei livornesi doc." (Maurizio Cabona, 'Il Giornale', 16 gennaio 2010)

"'La prima cosa' bella di Paolo Virzì si muove agli antipodi della forma-racconto, ma tocca le stesse radici. Ovvero, ci ricorda il meglio della nostra storia di Italiani e di autori cinematografici, crea personaggi (la madre. Quella di Sandrelli rimane nel suo curriculum come la stella più brillante, quella di Ramazzotti come una delle grandi figure femminili del cine-novecento) indelebili, fa correre la sua macchina da presa in perfetto tempo musicale. E in fondo, anche lui ci regala una forma di 3D, quella che fa delle emozioni dei suoi personaggi qualcosa che 'si collega' alle nostre, oltre la bidimensionalità nelle profondità dei nostri vissuti più segreti. Difetto: una parte centrale più stanca e scontata, condotta da una scrittura seduta e professionale. Ma il miracolo del contatto tra autore e pubblico ne esce indenne." (Roberta Ronconi, 'Liberazione', 15 gennaio 2010)