Il disprezzo

Le mépris

FRANCIA 1963
Paul Javal, uno scrittore di gialli viene chiamato da un produttore americano, Prokosch, per sceneggiare un film sull'Odissea. Il film dovrebbe essere diretto dal celebre Fritz Lang. Il produttore non nasconde la corte assidua che fa a Emilia, la giovane moglie dello scrittore. Questo provoca la rottura definitiva fra i due sposi. Emilia, nel tornare a Roma in compagnia del produttore, però, muore miseramente in un incidente automobilistico a bordo della fiammante Alfa del produttore.
SCHEDA FILM

Regia: Jean-Luc Godard

Attori: Brigitte Bardot - Camille Javal, Michel Piccoli - Paul Javal, Jack Palance - Jeremy Prokosch, Giorgia Moll - Francesca Vanini, Fritz Lang - Se stesso, il regista, Jean-Luc Godard - Aiuto regista di Lang (non accreditato, Raoul Coutard - Cameraman (non accreditato, Linda Veras - Una sirena (non accreditata

Soggetto: Alberto Moravia

Sceneggiatura: Jean-Luc Godard

Fotografia: Raoul Coutard

Musiche: Georges Delerue, Piero Piccioni - versione italiana

Montaggio: Agnès Guillemot, Lila Lakshmanan - non accreditata

Costumi: Tanine Autré - non accreditata

Altri titoli: Contempt, Die Verachtung

Durata: 105

Colore: C

Genere: DRAMMATICO

Specifiche tecniche: FRANSCOPE, 35 MM (1:2.35) - TECHNICOLOR

Tratto da: romanzo omonimo di Alberto Moravia

Produzione: GEORGES DE BEAUREGARD, CARLO PONTI PER ROME-PARIS FILMS, LES FILMS CONCORDIA, COMPAGNIA CINEMATOGRAFICA CHAMPION

Distribuzione: INTERFILM (1963), IL CINEMA RITROVATO-CINETECA DI BOLOGNA (2017) - GENERAL VIDEO, SAN PAOLO AUDIOVISIVI, CECCHI GORI HOME VIDEO (GLI ORI); DVD: 20TH CENTURY FOX HOME ENTERTAINMENT

Data uscita: 2017-02-06

NOTE
- LA REVISIONE MINISTERIALE DEL 22 MAGGIO 2000 HA ELIMINATO IL DIVIETO DI VISIONE AI MINORI DI 14 ANNI. - NEL 2017 TORNA IN SALA LA VERSIONE RESTAURATA IN 2K NEL 2013 DA STUDIOCANAL, A PARTIRE DAL NEGATIVO IMMAGINE. LA COLOR CORRECTION È STATA SUPERVISIONATA DAL DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA DEL FILM, RAOUL COUTARD.
CRITICA
"Ispirato all'omonimo romanzo di Alberto Moravia questo film presenta una 'situazione' psicologica che il regista non spiega e non approfondisce. Ne scaturiscono squilibri, lacune, passaggi narrativi, gratuiti che non giovano certo alla comprensione dell'opera; appesantita inoltre da un dialogo di marca prettamente letteraria e dalla monotonia di alcune lunghe pagine che l'autore non riesce quasi mai a riscattare coi suoi virtuosismi tecnici, sul piano espressivo. La fotografia a colori è bella e funzionale, l'interpretazione discreta nonostante l'inconsistenza dei personaggi." ('Segnalazioni Cinematografiche', vol. 54, 1963)