La grande tragedienne (ma anche imprenditrice, aforista, paladina, influencer ante litteram) che voleva trasformare la propria vita in un’opera d’arte in un opulento anti-biopic senza guizzi
Guillaume Nicloux parte da un caso-limite sulle conseguenze della maternità surrogata per ragionare su elaborazione del lutto e possibilità di rinascita. Con garbo e un sempre ottimo Fabrice Luchini