La sua gente aveva bisogno di un leader, lui gli diede un campione”.
Nelson Mandela scelse François Pienaar, Clint Eastwood scommette su Matt Damon, che vestita la maglietta verde e oro delle antilopi sudafricane – e smessi i chili in eccesso (il parrucchino, gli occhiali…) accumulati per la magnifica interpretazione in The Informant! di Soderbergh – scende in campo per riportare alla memoria la storica vittoria degli Springboks alla Coppa del Mondo di Rugby del 1995.
Storica perché ottenuta proprio a Johannesburg e alla prima partecipazione alla competizione della nazionale, ammessa dopo la fine dell’apartheid e in seguito all’istituzione, nel ’92, della South African Rugby Football Union (dal 2005 SARU – South African Rugby Union), nata dalla fusione delle due organizzazioni che gestivano lo sport praticato dai bianchi e quello praticato dai neri. Non un personaggio qualsiasi, dunque, per Matt Damon, chiamato a vestire i panni di colui il quale – François Pienaar, capitano di quella gloriosa compagine – venne immortalato a fine gara in una di quelle foto del secolo scorso passate alla storia, con il trofeo stretto in una mano e, nell’altra, la mano del presidente Mandela (nel film Morgan Freeman, anche produttore).
Una vittoria, come disse lo stesso rugbista, non solo per gli spettatori presenti quel giorno allo stadio, ma per tutto il popolo sudafricano, bianco e nero, finalmente unito. Un passaggio diretto per l’agognata statuetta da miglior attore protagonista (ma ottenne solo la candidatura senza vincerla, ndr) e per l’aldilà, invece, per l’attore americano, “riscelto” da Eastwood immediatamente dopo Invictus (titolo che rimanda al poemetto di William Ernest Henley, più volte citato da Mandela) e per il successivo Hereafter, thriller soprannaturale alla Sesto senso, scritto da Peter Morgan e prodotto dal regista californiano insieme a Steven Spielberg.
(Valerio Sammarco per Rivista del Cinematografo, Dicembre 2009)

Mandela al cinema: gli altri film da ricordare

Il colore della libertà (2007)

Il colore della libertà @Webphoto
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Multinazionali farmaceutiche, diamanti insanguinati, dittatori sanguinari. Dalla fabbrica del politicamente impegnato, questa volta salta fuori addirittura il poco noto rapporto fra il leader sudafricano Nelson Mandela e il carceriere bianco che lo seguì per ben 17 anni. Un toccante e profondissimo incontro fra opposti, che proprio in questo trova paradossalmente il suo limite.

Mandela - La lunga strada verso la libertà (2013)

Mandela - La lunga strada verso la libertà @Webphoto
Mandela - La lunga strada verso la libertà @Webphoto

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Cronaca della vita di Nelson Mandela, dall'infanzia in un villaggio rurale fino alla nomina di primo Presidente sudafricano democraticamente eletto. Un film che procede per scene madri, come quadri di una beatificazione. E' difficile penetrare nell'intimità di un mito: questo film forse non ne ha neppure l'intenzione, anche se dedica molto spazio al rapporto fra Mandela e la moglie, Winnie.

Atto di difesa – Nelson Mandela e il processo Rivonia (2017)

Atto di difesa – Nelson Mandela e il processo Rivonia @Webphoto
Atto di difesa – Nelson Mandela e il processo Rivonia @Webphoto

Atto di difesa – Nelson Mandela e il processo Rivonia @Webphoto

L'Apartheid dilaga nel Sudafrica del 1963 quando dieci uomini vengono arrestati in una fattoria della Rivonia con l'accusa di cospirare per commettere sabotaggi e atti violenti contro il repressivo governo sudafricano. Il tenace avvocato bianco Bram Fisher accetta la sfida come capo della difesa. Scopre presto che anche il leader politico Nelson Mandela è coinvolto nel processo.