A Milano, tra il fermento di nuove idee e la tradizione industriale del saper fare, nasce IED Cinema. Una scuola pensata “non sulla carta, ma sul set”, che inaugura a ottobre con un’offerta triennale e due master verticali. A guidarla, due nomi che al cinema italiano hanno dato pensiero e pratica: Bruno Oliviero, regista, sceneggiatore e coordinatore del triennio, e Cristina Marchetti, direttrice della scuola e già anima di OffiCine IED.

«Abbiamo progettato la scuola che avremmo voluto da giovani», esordisce Oliviero. «Una scuola dove il rapporto tra studenti e professionisti del cinema fosse stretto, continuo, reale. Dove i docenti non sono accademici che hanno smesso di lavorare nel settore, ma autori, direttori della fotografia, montatori, sceneggiatori che oggi fanno il cinema italiano». Nessuna divisione stagna, nessun approccio parcellizzato: «Regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio e direzione degli attori dialogano tra loro come su un set».

Bruno Oliviero
Bruno Oliviero

Bruno Oliviero

Il punto di forza è un’idea radicale di integrazione. Didattica integrata, professionisti integrati nella docenza, e – soprattutto – classi che funzionano come troupe. «I gruppi saranno organizzati in piccole troupe, perché il cinema si impara facendolo. Prima il fare, poi il capire. La teoria solo quando serve a risolvere un problema concreto», spiega Oliviero. E prosegue: «Quello che ci interessa non è formare solo i registi del futuro, ma dare consapevolezza di tutte le professionalità del cinema. Il genio? Se c’è, farà da solo. Noi insegniamo il mestiere. E il mestiere ha bisogno di fatica, umiltà e tanta pratica».

Marchetti, dal canto suo, racconta come questa visione sia maturata nel tempo: «La scuola non nasce ieri mattina. Viene da 15 anni di OffiCine, dove abbiamo visto ragazzi candidarsi come registi e scoprire un talento in sceneggiatura o montaggio. L’idea è permettere loro di attraversare i mestieri e scoprirsi». E aggiunge con lucidità: «Tutte le scuole hanno metodologie valide, ma noi vogliamo offrire una proposta diversa. Non migliore, ma diversa: più vicina alla realtà professionale del cinema e ai suoi mutamenti».

Cristina Marchetti
Cristina Marchetti

Cristina Marchetti

IED Cinema partirà da Milano, nonostante Roma resti la capitale produttiva. «A Milano c’è un fermento nuovo», afferma Marchetti. «E vogliamo partire da qui, in piccolo: gruppi da 14-16 studenti, per garantire qualità e attenzione. Non si può parlare di lavoro immersivo e avere classi da trenta persone».

Il modello è quello di una “scuola-sistema”, come la definisce Oliviero: «Abbiamo un triennio con uscite in regia, sceneggiatura, montaggio e fotografia. Un master biennale per il rapporto tra scrittura, regia e produzione. Un master shot-by-shot sulla costruzione dei personaggi. E dal prossimo anno partirà un corso in coproduzione internazionale». Il tutto con un comitato scientifico di altissimo profilo (Paolo Sorrentino, Valeria Golino, Pierfrancesco Favino, Silvio Soldini, Paolo Mereghetti) e partner industriali come Indiana Production, Piper Film e la Fondazione Bernardo Bertolucci.

E sul futuro? Oliviero è netto: «I risultati non li misuro in numeri, ma nel momento in cui i nostri studenti usciranno e faranno il cinema di domani. Magari, tra trent’anni, ci accorgeremo che alcuni di loro erano già più avanti di noi».

IED Cinema non vende sogni, ma propone «una solida realtà – con dentro un sogno possibile». Così lo definisce Marchetti. E in un sistema formativo spesso polarizzato tra teoria e iperspecializzazione, la nuova scuola scommette su un’altra parola chiave: mestiere.