"E il silenzio del teatro? Quando non c'è più nessuno non è un silenzio. Questo è il punto. Il teatro è il regno della parola? Secondo me è il luogo del silenzio, di uno speciale silenzio: è come se il teatro va a scoprire l'archeologia della parola. Prima della parola detta, con il suo significato e anche con il suo significante, cosa c'è prima? C'è un suono, c'è un elemento sonoro, quell'elemento sonoro, quello è il teatro, un silenzio udibile".

Giorgio Albertazzi colto nell'ultimo periodo della sua esistenza (morì nel 2016), mentre "abita" nuovamente il Teatro delle Arti, inaugurato nel 1937 e abbandonato da decenni. Quel teatro chiuso torna a vivere attraverso i suoi ricordi, fermati con cura dall’amico Alessandro Giupponi (filmato conservato sino a oggi dalla produttrice Alessandra Infascelli, che di Giupponi era anche la compagna) dai quali emergono con una vitalità lieve e struggente i segni di Guttuso o De Pisis, le note di Petrassi e Stravinskij, le voci delle due “Anne” (Magnani e Proclemer) e ancora Tofano, Eduardo, Gassman, Vittorio De Sica, Fellini, Carmelo Bene. Questo filmato, insieme a materiali d’archivio della Rai e dell’Istituto Luce, rappresenta il cuore di Via Sicilia 57/59. Giorgio Albertazzi. Il teatro è vita di Pino Strabioli e Fabio Masi, docufilm ideato per celebrare il centenario della nascita di Giorgio Albertazzi che la Festa del Cinema ospita il 28 ottobre in Special Screening.

Via Sicilia 57/59. Giorgio Albertazzi. Il teatro è vita
Via Sicilia 57/59. Giorgio Albertazzi. Il teatro è vita

Via Sicilia 57/59. Giorgio Albertazzi. Il teatro è vita

Alternando a questo flusso di parole di un Albertazzi virgiliano che si aggira nel vuoto desolante del fu teatro materiali di repertorio (compreso Peppino De Filippo che in tv commenta un filmato che disvela gli interni del Teatro, o un intervista di Lello Bersani ad Anna Magnani dopo una rappresentazione, con Eduardo giunto lì da spettatore per congratularsi con lei), gli autori intervallano di tanto in tanto con un gruppo di giovani attori che si interrogano sulle continue chiusure dei teatri in tutta Italia e poi citano aforismi dei più grandi attori italiani.

"Il teatro o è casa tua o non è niente: o sei un ospite o un avventizio, uno che ha sbagliato indirizzo", ricorda ancora Albertazzi. Che proprio con Giupponi aveva l'obiettivo di rimettere in piedi e riaprire il Teatro delle Arti di via Sicilia 57/59. La morte ha invece sopraggiunto entrambi: sarebbe bello se almeno il teatro, quel Teatro, possa tornare in vita. Invertendo così un trend spaventoso, con oltre 400 teatri che negli ultimi anni sono stati chiusi o hanno cambiato destinazione d'uso.