Il mondo di Godzilla è sempre più vivo, variegato. La scorsa stagione la creatura ha fatto sentire il suo ruggito dal Giappone, con il sorprendente Godzilla Minus One di Takashi Yamazachi. Qui viene rimesso al centro il significato della nascita di Godzilla: l’antimilitarismo, la paura del nucleare che genera l’apocalisse. Nelle rivisitazioni statunitensi questo significato si era perso. Gli americani hanno dato vita al MonsterVerse, in cui a unirsi sono Godzilla e King Kong. Ormai sono nate anche delle serie, come Monarch: Legacy of Monsters. Il nuovo capitolo sul grande schermo è invece Godzilla e Kong – Il nuovo impero, nelle sale dal 28 marzo per Warner Bros.

Dietro la macchina da presa c’è sempre Adam Wingard, che continua a essere l’artefice di finimondi dopo Godzilla vs. Kong. “Entrambi sono il prodotto della nostra società, di quello che ci terrorizza. Tra le sfide di oggi c’è stata la pandemia, che ha modificato profondamente il sistema cinematografico e tutto ciò che ci circonda. Sono i blockbuster a riportare il pubblico in sala al momento. Ed è interessante che a farlo siano dei mostri”, spiega Wingard.

Adam Wingard
Adam Wingard

Adam Wingard

(Vince Valitutti)

le rivoluzioni di godzilla

Non dobbiamo dimenticare che Godzilla ha visto la luce nel 1954. Era figlio di Hiroshima e Nagasaki, dei venti mai sopiti di una guerra che si era appena conclusa con un bilancio pesantissimo. Chi era Godzilla? Il prodotto di una follia imperante, di una bestialità che sorgeva dalle viscere della Terra. Ed era una conseguenza degli attacchi americani nel Sol Levante. Era una condanna, un allontanamento, un grido di aiuto da una nazione spezzata. Ma il problema era anche legato allo spirito conservatore del Giappone. La tradizione portata all’eccesso, con la sua simbologia e i suoi miti, crea nemici invincibili. Allo stesso tempo l’estremo avvicinamento all’Occidente può portare alla fine di ogni equilibrio, e alla caduta.

“Godzilla cambia il suo significato in base alla cultura, alle radici dello spettatore che lo ammira. Per i giapponesi rappresenta qualcosa che magari in un altro continente si ignora. Quando avevo tredici anni non ero a conoscenza della minaccia nucleare e delle conseguenze di quello che era successo a Hiroshima e Nagasaki. Sapevo però che Godzilla aveva più sfumature. Nasceva come un pericolo, ma poteva anche trasformarsi nel paladino che non ci si aspetta. Quest’ambiguità mi affascina. Poi sono passati i decenni, ma alcuni elementi restano attuali. Da un momento all’altro un missile può cambiare per sempre la nostra storia, e spazzarci via. Un altro messaggio che ci trasmette è il rispetto per l’ambiente. La natura a un certo punto, come ci sta dimostrando, potrebbe ribellarsi”.

Godzilla è il capitano della rivoluzione di cui parla Wingard, perché sorge dagli esperimenti nel Pacifico. La sua stella non è mai tramontata. Ha potenzialità enormi a livello cinematografico, ed è stato più volte rielaborato, anche in modo improprio, da Hollywood. Gli americani non hanno mai voluto veicolare il significato politico portato avanti dai giapponesi. Lo hanno spesso descritto come un invasore su cui non hanno alcuna responsabilità. Ciò che interessa è l’entertainment, che ha sempre regalato degli ottimi incassi. Hollywood ha di sicuro collaborato a Godzilla attraverso l’immaginario. Infatti, prima del sauro del Mesozoico più famoso di ogni epoca, c’è stato un predecessore: King Kong.

Godzilla e Kong - Il nuovo impero
Godzilla e Kong - Il nuovo impero

Godzilla e Kong - Il nuovo impero

(Courtesy of Warner Bros. Picture)

king kong e il cinema americano

La sequenza più famosa è quella in cui vediamo il gigantesco primate agitarsi in cima all’Empire State Building, mentre cerca di abbattere i biplani che lo stanno per uccidere. Ma chi è davvero King Kong? Non solo una scimmia. La sua prima apparizione è del 1933, per la regia di Merian C. Cooper ed Ernest B. Schoedsack, quindi è più “anziano” di Godzilla. Incarna la sofferenza che derivava dalla crisi economica, ma era anche un personaggio di frattura per quanto riguardava i costumi. L’ondata puritana sarebbe arrivata a breve, e Kong era anche il simbolo di un’esaltazione della sessualità. Era la stella di un impero perduto, un comandante declassato ad attrazione circense. Si rifiutavano gli antichi retaggi per proiettarsi verso un futuro proibito. Non a caso Kong viene abbattuto senza pietà. Ora però c’è un cambio, si inverte la tendenza.

“È interessante vedere come oggi i mostri si siano trasformati in paladini. L’evoluzione di Godzilla nel tempo ci permette di capire come è cambiata la società giapponese. Noi ovviamente abbiamo una prospettiva americana nel raccontare questa avventura. Però anche negli Stati Uniti il tema del nucleare è forte, lo si accosta alla responsabilità. Godzilla e Kong si uniscono, e sembra che lancino un messaggio di pace”. Come accenna Wingard, a cambiare è lo scacchiere geopolitico di Hollywood. Nel finale di Godzilla vs. Kong, i due bestioni lottano insieme per fronteggiare un gruppo di scatenati titani. In Godzilla e Kong – Il nuovo impero, come si intuisce già dal titolo, l’alleanza prosegue.

Gli Stati Uniti tendono la mano al Giappone, gli studios occidentali e orientali collaborano tra loro. Gli avversari diventano “amici”, per coinvolgere una fetta sempre più ampia di pubblico. King Kong rappresenta l’America e le sue contraddizioni: un po’ buono e un po’ cattivo, un po’ bianco e un po’ nero, primitivo e civilizzato. Il cavaliere che difende l’umanità non è più un gigantesco gorilla a cui sacrificare delle fanciulle; è capace di “innamorarsi” di una giovane bionda, molto diversa da quelle che gli venivano offerte. È il motivo per cui in passato una parte della critica ha individuato nella sua storia l’anima razzista ancora latente oltreoceano.

Godzilla e Kong - Il nuovo impero (Daniel McFadden)

il punto di vista dei mostri

“Godzilla e Kong oggi sono delle icone, estremamente popolari. Li ho sempre seguiti, anche prima di passare dietro la macchina da presa. Alcuni film hanno tradito la loro essenza, altri mi hanno esaltato. Quando ero piccolo, restavo ammaliato da questi giganti che potevano distruggere il mondo. Il potere che hanno è proprio quell’energia che poi si trasforma in timore”. Ma non rappresentano solo la potenza fisica. Hanno emozioni e sentimenti come gli umani. Incarnano le nostre qualità e i nostri difetti, le emozioni, la passione e il dolore per la morte. Sono un’altra immagine dell’uomo tradotta sul grande schermo. “Dobbiamo pensare che non siano solo animali, ma dei personaggi a tutti gli effetti. Con determinati obiettivi, che riescono a provare sentimenti anche contrastanti. Mi sono focalizzato su una prospettiva che mi permetta di interrogarmi su che cosa significhi camminare con queste creature. In alcune sequenze abbiamo eliminato i dialoghi, per lasciar parlare la macchina da presa. La maggior parte dei titoli della saga ha il punto di vista degli esseri umani, mentre noi abbiamo fatto il contrario. Come ci vedono Godzilla e Kong? Lo scoprirete”.

Questa volta il tifo del pubblico non sarà diviso tra le due creature in lotta fra loro, perché saranno alleate, con un obiettivo comune. La narrazione potrebbe ripartire non equamente i loro ruoli nell’epopea, ma rimane l’importanza del messaggio che trasmettono, cioè che l’unione fa la forza. “Forse in questo caso ci siamo focalizzati più su Kong. Mi sembrava un’idea fresca. In questo periodo Godzilla è molto inflazionato. Non saprei dire il perché, ma ho voluto riequilibrare la situazione (ride, ndr)”.

Nel film i due combattono contro qualcosa di misterioso, che potrebbe cancellare per sempre il nostro pianeta. Che cosa potrebbe rappresentare questo Armageddon? Da una parte c’è l’inquinamento, l’alzarsi delle temperature. Dall’altra, seguendo invece una corrente sociopolitica, c’è chi indica la Corea del Nord, geograficamente molto vicina al Giappone. Altri la Cina, con le vecchie ferite da risanare con il popolo del Sol Levante e antagonista sullo scacchiere mondiale degli Stati Uniti. Il cinema indica un nuovo posizionamento per il futuro sugli accordi internazionali? È presto per dirlo. Però vedere Kong e Godzilla dalla stessa parte non riguarda di sicuro solo la finzione, ma soprattutto la realtà.