This England, serie televisiva britannica dedicata alle imprese dell’ex premier inglese Boris Johnson, con lo svitato braccio destro Dominic Cummings, dovrebbe essere vista dai parlamentari italiani, soprattutto quelli di maggioranza, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega, che danno vita al governo. Perché, con la regia di Michael Winterbottom, Julian Jarrold, Anthony Wilcox e Mat Whitecross, sceneggiatura di Kieron Quirke e dello stesso Winterbottom, e la formidabile interpretazione di Kenneth Branagh nella parte dell’eccentrico primo ministro conservatore Johnson, è perfetto apologo di quanto aspra sia la strada della politica nel XXI secolo (disponibile su Sky e NOW).

Boris Johnson, prodotto dell’università Oxford, snob inviato a Bruxelles a scrivere peste e corna dell’Unione Europea, sindaco di Londra pronto a strappare comparsate tv e online, sale sull’onda dissennata di Brexit, per portare il partito che fu di Churchill e Thatcher allo scontro con l’UE, il flirt con il presidente Usa Donald Trump, la fine ingloriosa del sogno di riportare This England, questa Inghilterra, a impero vittoriano digitale. Johnson e Cummings, l’attore Simon Paisley Day segaligno e sgradevole come il consigliere del premier, son guidati da ossessioni, dati, citazioni magniloquenti e fuori contesto del Bardo Shakespeare, l’idea che il mondo sia lì per esser preso in giro dal birignao aristocratico e dai trucchi di comunicazione.

Ogni sentimento autentico, amore, passione, altruismo, ogni ideale, libertà, giustizia, progresso, sono obnubilati – mentre Johnson-Branagh scuote la ridicola zazzera bionda – lasciando il campo ad opportunismi e connivenze. Quando la pandemia Covid-19 bussa dall’Asia in Europa, fra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, il gabinetto Johnson minimizza, certo di cavarsela con bravate da show business, la stretta di mano del premier ai malati (a rischio contagio), la dichiarazione brutale che si deve raggiungere “l’immunità del gregge”, poco importa se anziani, fragili, malati cadranno vittime della folle politica sanitaria.

This England è docudrama verità sul populismo, la fine dei partiti come comunità, la corruzione morale di vivere la leadership in stile talent show, brillando non guidando. Pensate a un “Questa Italia” che ricostruisca i nostri tumultuosi anni, l’ascesa di Berlusconi da magnate a premier, il contrattacco di Prodi e il complotto ai suoi danni dei sicari ex Dc e Pci, la stagione del populismo, Grillo, Salvini, infine Grillo e Salvini nel governo Conte I, passando per la meteora Renzi, che porta il Pd al mitico 40%. Ne avremmo i registi? Gli attori, a parte l’ubiqua maschera di Servillo? E sceneggiatori, capaci di liberarsi dalle moine dei soliti copioni “di sinistra”? O forse, visto voto, cultura, spirito del tempo, sono i cinepanettoni il nostro “Questa Italia”, battuta greve, trucco pesante, cadenza volgare?

Orfano della Regina Elisabetta II, con un nuovo, ma anziano, monarca, Carlo III, il Regno Unito teme l’addio della Scozia, l’isolamento globale, il ritrovarsi non Impero restaurato, ma periferia degli Imperi, Usa, Cina, Ue. Il tic di Johnson-Branagh, recitare a memoria Shakespeare, dovrebbe far riflettere Giorgia Meloni: il passato, con le sue glorie, vere o presunte, conta zero. Si vince, o ci si perde, nel futuro, così tenebroso ed incerto.