Bologna è una città di cinema: la Cineteca, la Cinefilia Ritrovata, l’università, la proiezione in piazza dell’ultima versione di Apocalypse Now con Francis Ford Coppola. E naturalmente è anche un capoluogo che ama le sale cinematografiche. Il nostro viaggio prosegue, e questa volta raccontiamo il Pop Up Cinema Medica 4K.

Si tratta di un antico palazzo nobiliare bolognese, dove nel giardino interno è stata ricavata la sala. Ha una platea molto grande, con 868 posti. Ma un tempo con la galleria, che oggi è chiusa, si arrivava a 1400. Lo schermo è di 19 metri, il proiettore e l’audio sono all’avanguardia. “Sulla storia del cinema stiamo ancora investigando. Da qui sono passati Paolo Conte, Fiorella Mannoia e grandi cantanti internazionali, tra cui Frank Sinatra. È in attività da un secolo. La proprietà vuole che resti una monosala, e lo trovo molto affascinante”, spiega Andrea Romeo, esercente, distributore e amministratore delegato di Pop Up Cinema.

Il Pop Up Cinema Medica 4K è l’ammiraglia, la punta di diamante, seguita da Jolly, Arlecchino e Bristol. Il Jolly ogni giovedì ha il cineclub, l’Arlecchino è orientato verso i festival, il Bristol è più in periferia e sta costruendo una forte fidelizzazione da parte del pubblico. Ogni sala ha un’identità specifica, con platee intorno ai quattrocento posti.

Per il Pop Up Cinema Medica 4K essere nel centro di Bologna è un punto di forza. “Si è creata una comunità, siamo molto legati agli spettatori. Poi la chiave sono i talenti, le anteprime. Il cuore è vicino al commerciale, ma sa cambiare. L’anno scorso abbiamo fatto sold out con il documentario su Annie Ernaux, Premio Nobel per la Letteratura 2022: Annie Ernaux – I miei anni Super 8. Lei era presente. Poi è andato bene anche Avatar 2. Il tutto esaurito lo registriamo una decina di volte l’anno. È successo anche quando sono venuti i Me contro Te per Missione giungla, poi per Joker e Spider-Man: No Way Home. Quest’ultimo tra l’altro in un periodo davvero difficile legato alla ripresa post Covid. Vedere 1.500 giovani a dicembre 2021 al Pop Up Cinema Medica 4K nel primo giorno di uscita del film ci ha davvero riempito di gioia. Il numero di biglietti staccati sta crescendo, penso che a breve torneremo ai livelli del 2019”.

Il Pop Up Cinema Medica 4K ha più sfaccettature, e interpreta lo spirito di un luogo sempre in fermento. C’è un’educazione alle immagini, all’attualità, che si confronta con l’andare del tempo, con la storia e anche con il progresso. Il pubblico della sala è variegato. Ci sono le famiglie, i giovani, magari più legati a titoli di ampio respiro come Avatar 2. Ma il fiore all’occhiello sono le proiezioni in lingua originale con i sottotitoli. “Joker ci ha premiato, dandoci un risultato incredibile: tre spettacoli al giorno da settecento persone. Everything Everywhere All at Once è stata una sorpresa, uscendo tre volte in sei mesi, anche dopo il risultato sorprendente agli Oscar. È stata un’avventura, una cavalcata epica. Poi da noi funzionano anche bene lo spettacolo di mezzanotte per le anteprime, e le proiezioni mattutine per gli appassionati”.

La scelta vincente è essere vicini al territorio, saperne cogliere le diverse anime. E non è facile per una realtà che si rivolge a uno dei capoluoghi più importanti della nostra penisola. I numeri sono in crescita, e lasciano ben sperare per il 2024, ma lo sciopero di sceneggiatori e attori a Hollywood solleva molti interrogativi. “Con il Covid ci siamo accorti che non si può fare cinema senza sala. L’impatto dello sciopero si farà sentire. Viene messa in discussione l’uscita di grandi film. Da una parte si tratta di una grande opportunità per il cinema europeo e per quello indipendente. Allo stesso tempo, da esercente, la mancanza di Hollywood potrebbe segnare una battuta d’arresto”.

In ogni caso il modello proposto dal Pop Up Cinema Medica 4K è vincente. Nel 2022 è stato tra le sale più gettonate, in controtendenza con la situazione italiana. Inoltre, rappresenta anche un caso particolare: è vicino agli spettatori, ma anche alla distribuzione, a I Wonder Pictures, sempre attraverso Andrea Romeo. “Sono arrivato all’esercizio per caso. Non trovavamo dove proiettare Le stagioni di Louise, film d’animazione doppiato da Piera Degli Esposti. Abbiamo creato un cinema temporaneo, per tre settimane, durante il periodo natalizio. Da lì ci siamo spostati dentro al Cinema Medica, nei loro giorni di chiusura, con programmazione a evento il lunedì e il martedì. Poi ci hanno affidato la sala. Per un distributore è molto importante essere a contatto col pubblico. Dà la possibilità di capire meglio i meccanismi. Sugar Man di Malik Bendjelloul mi ha dato l’intuizione che ci fosse spazio per una nuova distribuzione, così è nata I Wonder Pictures. Dio esiste e vive a Bruxelles di Jaco Van Dormael è stato il primo film di finzione di successo targato I Wonder. Poi da un punto di vista personale, mi ha segnato Matrix. L’ho visto proprio al Medica, al Futurshow. Uscito dalla proiezione ho capito che avrebbe cambiato tutto. Mi sembrava catturare l’energia del cyberpunk, che seguivo con attenzione, rivolgendosi a tanti. Mi ha conquistato”.