Glenda Jackson, una delle più grandi attrici britanniche di sempre, è morta a Londra all’età di 87 anni. Nata a Birkenhead il 9 maggio 1936, in una famiglia operaia, Jackson muove i primi passi a teatro, prima nella Royal Shakespeare Company e poi nella compagnia di Peter Brook. Con il regista che ha rivoluzionato il teatro del secolo scorso, Jackson lavora in Marat/Sade di Peter Weiss interpretando Charlotte Corday, ruolo che riprende anche nella versione cinematografica girata nel 1967.

Jackson è una delle poche nella storia ad aver vinto due premi Oscar come miglior attrice: il primo arriva nel 1971 con Donne in amore di Ken Russell (1960), regista con cui lavora anche in L'altra faccia dell'amore (1970), Il boy friend (1971), L’ultima Salomè (1988) e La vita è un arcobaleno (1989); il secondo nel 1974 con la commedia Un tocco di classe di Melvin Frank (1973) con George Segal (il trio si ricompone nel 1979 con Marito in prova). In entrambe le occasioni Jackson non si presenta alla cerimonia. Riceve altre due candidature all’Oscar: nel 1972 per Domenica, maledetta domenica di John Schlesinger (1971) e Il mistero della signora Gabler di Trevor Nunn (1975).

Senza mai abbandonare il teatro (porta sul palco opere di William Shakespeare, Eugene O’Neill, Bertolt Brecht), Jackson appare in film molto diversi tra loro, dal period drama Maria Stuarda, regina di Scozia di Charles Jarrott (1971) in cui, nei panni di Elisabetta I (che riprende in una miniserie del 1970), affianca Vanessa Redgrave, all’insolito war movie Triplo eco di Michael Apted (1972), passando per i biopic Sarah Bernhardt - La più grande attrice di tutti i tempi di Richard Fleischer (1976) e Stevie di Robert Enders (1978), il drammi Una romantica donna inglese di Joseph Losey (1975), le commedie e 2 sotto il divano di Ronald Neame (1980) fino al b-movie italiano Il sorriso del grande tentatore di Damiano Damiani (1974) e a Health, il film mai uscito di Robert Altman (1980).

Nel 1992 lascia le scene e viene eletta deputato nella Camera dei comune nelle file del Labour Party, diventando ministro ombra dei trasporti dal 1997 al 1999. Chiusa l’esperienza politica nel 2016, torna a recitare interpretando Re Lear nella versione gender-switch del classico shakesperiano. Negli ultimi anni riappare a Broadway, vince il primo Tony Award dopo quattro nomination andate a vuoto, si rivede in televisione con Elizabeth is Missing (2019, che le vale un BAFTA) e al cinema in Secret Love di Eva Husson (2021).