Era davvero una leggenda, Norman Lear, morto ieri a 101 anni. Il suo nome può essere ignoto alla maggior parte dei lettori, ma non le sit com che ha scritto e prodotto: Arcibaldo, MaudeSanford and Son, Giorno per giorno, I Jefferson, Good Times.

Un gigante dell’intrattenimento, arrivato a lavorare per il piccolo schermo forte di una nomination all’Oscar per la sua sceneggiatura di Divorzio all’americana: ispirato da uno show britannico, Lear creò Arcibaldo (1971-1979), storia di una litigiosa famiglia guidata da un tassista razzista e bigotto, che per la prima volta sfidò la censura trattando argomenti legati alla cronaca statunitense all’epoca considerati non idonei per le sitcom (il razzismo, il sesso, l’omosessualità, il ruolo delle donne, lo stupro, l’aborto, il cancro, la guerra del Vietnam, la menopausa e l'impotenza). Uno spettacolo che ha riscritto le regole della commedia televisiva, tra i più amati della storia, che ha aperto la strada ad altri programmi come Sanford and Son (1972-1977), su due rigattieri afroamericani, I Jefferson (1975-1985), spaccato di una famiglia black in cui l’umorismo è intrecciato a tematiche serie (il razzismo, la povertà, il suicidio, l'alcolismo, l'analfabetismo), Diff'rent Strokes (1978-1986), che seguiva due ragazzini neri adottati da un ricco uomo d’affari bianco, e Giorno per giorno (1975-1984), con protagonista una giovane madre single.

Lear ha continuato a frequentare il grande schermo come produttore esecutivo e sceneggiatore (spesso non accreditato) di Quella notte inventarono lo spogliarello di William Friedkin (1968), Una scommessa in fumo che è anche la sua unica regia (1971), Stand by Me di Rob Reiner (1986), La storia fantastica di Rob Reiner (1987), Pomodori verdi fritti alla fermata del treno di Jon Avnet (1991).

Nel corso della sua lunghissima carriera, Lear ha ricevuto moltissimi premi, tra cui il Golden Globe alla carriera, cinque Emmy e due Peabody Award, e il suo nome è inciso sulla Television Hall of Fame dal 1984.