“Now is the winter of our discontent”. Dal Riccardo III all'Egitto di Piazza Tahrir, l'Egitto della rivolta: gennaio 2011, ed è già Primavera Araba. E' Winter of Discontent di Ibrahim El Batout, che a Orizzonti assembla un collage tripartito e interconnesso: una giornalista tv (Farah Youssef) che prende consapevolezza di essere un megafono della menzogna, della propaganda di regime, e molla il programma per abbracciare la rivoluzione; un web-guerriero (Amr Waked, militante della protesta), che diffonde immagini della repressione e viene torturato; un funzionario di regime (Salah Al Hanafy), diviso tra sicurezza e tortura.
Tema forte, anzi, urgente, stile inadeguato, meglio, ondivago: basso continuo fiction, qua e là sviolinate “d'autore”, accessi lirici e metafore 0-12 (vedi il muro subito sbattuto in faccia al web-attivista).
Tutto qui, per chi fa colore è una manna, per chi fa critica torna in mente un'avvertenza: se devi mandarmi un messaggio, meglio il telegramma. Anzi, un tweet, che fa tanto Primavera (Araba).