Sono trascorsi dieci anni da Tutto l’amore del mondo, con cui Riccardo Grandi esordì nel lungometraggio, e sembra passato un secolo da quella commedia che provava a portare i giovani oltre le notti prima degli esami. Nel frattempo lui si è dedicato a spot, videoclip, tv (compreso l’interessante thriller Passeggeri notturni) e con Weekend torna al cinema (benché su Amazon Prime Video per note ragioni) mettendo in connessione queste due dimensioni: un nuovo racconto sulla linea d’ombra tra adolescenza e maturità che si butta a capofitto nel genere.

Lo sappiamo, in questi anni il racconto dei young-adult è mutato e il cinema – a parte qualche momento fecondo ed estemporaneo – ha mancato più volte l’appuntamento con la storia generazionale, lasciando spazio alla più puntuale serialità, dalla generalista allo streaming. Weekend è un po’ espressione di questo panorama, a partire da un cast eterogeneo per estrazione che annovera alcuni tra i volti più rappresentativi della nuova leva recitativa under 30.

Tra i debuttanti di successo degli anni dieci, da Filippo Scicchitano (classe 1993) di Scialla! al bertolucciano Jacopo Olmo Antinori (1997), passando per Eugenio Franceschini e Alessio Lapice (entrambi 1991) che si muovono tra cinema e tv (Sapore di te e Nero a metà il primo, Il primo re e Imma Tataranni il secondo), fino alla star di Skam e Baby Lorenzo Zurzolo (nato nel 2000), il parterre maschile copre tutti i possibili pubblici in ballo, cercando anche di offrire un minimo stato dell’arte su una generazione d’attori.

Al centro del film, quattro venti-trentenni che si ritrovano all’inaugurazione della mostra di pittura della madre di un altro amico, morto sette anni prima nel corso di un weekend da sballo. Dal giorno della scomparsa, i quattro – che erano con lui – non si sono più rivisti, quasi volendo rimuovere la tragedia. Peccato che siano costretti a tornare nella casa che fu teatro di quel weekend: lontani dal mondo a causa di una tempesta di neve, scoprono che l’assassino è uno di loro.

Thriller che per colori, umori, atmosfere cova ambizioni internazionali (e la destinazione in streaming può giovargli, come dimostra il caso La belva), Weekend incrocia passato e presente, morte e memoria, indagine e rancore, l’estate della fine dell’innocenza e l’inverno del nostro scontento. Tra folate di Grande freddo – letteralmente – suggestioni via stand by me, simbolismi facili facili (il lupo, il bosco), colpi attesi (il bacio, la droga) e scrittura un po’ fragile (con battute del tipo: “Questo sarà il weekend della perdizione!”), resta però un’acuta costruzione della tensione, un certo pessimismo di fondo, il senso di un tempo troppo pesante per riuscire a passare.