Due mondi che si sfiorano uno sopra all'altro, in cui le regole della gravità sono assolutamente opposte così come quelle della società civile. Questo l'ambizioso assunto di Upside Down, opera seconda di Juan Solanas, figlio di Fernando, favola fantascientifica con protagonisti Kirsten Dunst e Jim Sturgess, novelli Romeo e Giulietta divisi da Newton, ma soprattutto dalla lotta di classe.
Solanas costruisce un impianto complesso e fragilissimo, in cui tutto è il contrario di tutto, non solo fisicamente, ma soprattutto intellettualmente, facendo di una storia d'amore contrastato una parabola della rivoluzione proletaria. Gli elementi sono quelli tipici del genere, dalla sperequazione sociale alla malvagia multinazionale che domina il pianeta. Peccato che Solanas non abbia il tocco di Andrew Niccoll e la capacità di gestione delle idee folli di Nolan. Ne viene fuori un film che vorrebbe essere romantico, rivoluzionario, intellettuale e cinefilo, ma che non riesce a sviluppare nessuna di queste ambizioni, partendo faticosamente e trascinandosi poi stancamente fino a un finale frettoloso e confuso, come i due protagonisti, entrambi molto poco convinti di guardare il mondo testa in giù.