Talvolta i remake sono meglio degli originali. È il caso di Una notte da dottore che è chiaramente il rifacimento della (comunque carina) commedia francese di Tristan Séguéla (Chiamate un dottore!) uscita lo scorso anno.

Presentato ad Alice nella città, il nuovo film di Guido Chiesa (Cambio tutto!Ti presento SofiaClasse Z e tanti altri) vede protagonisti Diego Abatantuono, nei panni di Pierfrancesco Mai, guardia medica notturna, e Frank Matano, in quelli di Mario, un rider trentenne che consegna cibo a domicilio.

Per una serie di strane coincidenze i due si scambieranno le identità e il medico notturno si farà sostituire dal fattorino di cibo giapponese. La comicità, si sa, spesso viene fuori accostando gli opposti e qui abbondano. I due non potrebbero essere più antitetici.

Pieno di acciacchi, burbero, disilluso, cinico e a un passo dalla radiazione il primo; viceversa scattante, empatico, simpatico, generoso e semplice il secondo. Le differenze con l’antecedente sicuramente non mancano: la critica sociale (nel francese sulla scia dell’ultimo film-denuncia sui nuovi schiavi di Uber di Ken Loach Sorry We Missed You) qui è meno forte, e l’ambientazione ovviamente è differente, non una Parigi natalizia, ma una Roma deserta (il film è stato girato durante la pandemia). L’inedita coppia Abatantuono- Matano, nata in una trattoria romana tra code alla vaccinara e fagioli con le cotiche, è davvero esilarante, ancor più di quella d'oltralpe composta da Michel Hakim e Blanc Jemil, che comunque funzionava alla grande.

Il risultato è una commedia nella quale si ride, si riflette e ci si commuove persino un po' . Empatica, proprio come il rider che, con i suoi modi buffi e simpatici, con i suoi sorrisi e le sue battute, varca la soglia di qualsiasi porta e soprattutto, pur non sapendo usare lo stetoscopio, raggiunge il cuore di qualsiasi paziente. E quello degli spettatori.