Qualcosa come 160 cortometraggi animati all’attivo, una quindicina e oltre di lungometraggi, sempre animati: dal 1940 a oggi (81 anni, sì) Tom & Jerry sono una delle coppie più longeve dell’entertainment mondiale.

Il gatto e il topo creati all’epoca da Hanna & Barbera diventano ora coprotagonisti del live action diretto da Tim Story, disponibile dal 18 marzo per l’acquisto e il noleggio premium su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Infinity.

Ambientato a New York, il film innesca un meccanismo in stile origin story di fatto ipotizzando il primo incontro tra Tom e Jerry, dando il via così nuovamente alla loro (poi storica) rivalità.

Jerry riesce ad imbucarsi al Royal Gate, uno dei migliori hotel della città, proprio mentre Kayla (Chloë Grace Moretz) riesce con l’inganno a farsi assumere come pianificatrice di eventi.

Tra qualche ora proprio in quell’albergo andrà in scena il “matrimonio del secolo”. E quando il fastidioso topolino viene scoperto, la ragazza penserà bene di ingaggiare il miglior predatore su piazza, Tom, per liberarsi del roditore.

Visivamente sfarzoso e dal ritmo abbastanza sostenuto, Tom & Jerry (che nella versione italiana conta anche l’apporto “vocale” di Paolo Bonolis e Luca Laurenti) scommette sulla tecnica mista, sulla simbiosi tra una narrazione in carne e ossa e l’animazione “quasi” 3D che caratterizza non solo i due protagonisti eponimi ma altri e numerosi personaggi (e oggetti) secondari.

Trama basic (con antagonista incarnato da Michael Peña) e comicità slapstick-cartoon si legano così da poter offrire anche ai più piccoli la possibilità di una visione in allegria: resta il dubbio sulla tenuta di un’operazione simile, giocoforza meno strutturata rispetto al Roger Rabbit di Zemeckis, destinato ovviamente ad un altro tipo di pubblico.

Nel caso in questione, bambini medio-piccoli – abituati magari ai passaggi tv di Tom & Jerry da una manciata di minuti – riusciranno a resistere per quasi due ore?

Sarebbe stato curioso attendere la risposta del box office per un film del genere, ennesimo “family” che invece non troverà la sala. Luogo dal quale, rispetto al divano di casa, non è così semplice e immediato poter venir via.

Perché poi, ideologismi a parte, il vero discrimine forse è proprio questo: quanti dei film destinati alle famiglie, ai bambini, arrivati finora in digitale, in piattaforma, sono stati visti dall’inizio alla fine?