Fuochi d'artificio. In mezzo al nulla americano un bambino fa su e giù su un cavallo a dondolo vestito a festa con la bandiera americana. Una ragazza bionda, un po' slavata, accarezza una capretta. E' una comunità di persone, alcuni sono lì temporaneamente. Altri sparano o cavalcano i tori per la fiera annuale. Sara fa parte di una grande famiglia con tante sorelle. La responsabilità del passaggio all'età adulta incombe su tutte: alcune di loro fanno progetti per il futuro: chi sogna di sposarsi, chi di viaggiare per il mondo. Sara non pensa al matrimonio, vuole rimanere nel Texas, in questa terra brulla e desolata. Grace invece spera di avere almeno due figli. Sara non sa come essere una buona cristiana, la madre le suggerisce di parlare con Dio, perché le spiega: “Siamo solo lavori in corso. E molte tempeste ci attendono nel cammino della vita”. L'italo americano Roberto Minervini al secondo film, dopo il commovente Low Tide in Orizzonti al 69mo festival di Venezia, va ben oltre con Stop the Pounding Heart (misteriosamente selezionato per il fuori concorso del festival di Cannes) e posa lo sguardo sull'America delle periferie. E' un cinema dell'attesa, in cui succede poco o nulla. Il regista osserva con tenerezza distante queste piccole donne che non hanno nessuna gioia che le aspetta: laggiù si diventa grandi con fede e ragionevolezza. Ma il cuore, come recita il titolo, non può smettere di battere. “Sono molto orgogliosa di te”, dice la mamma a Sara. Che vestita di bianco si aggira in un recinto. Scappa verrebbe da urlare, più in fretta che puoi.