Dopo lo sguardo su un passato ancora vivo come quello della Meglio gioventù, Marco Tullio Giordana si rivolge ora sul fenomeno dell'immigrazione, realtà che sta premendo contro porte inutilmente sprangate. Gli italiani sembrano ignorare che nel secolo passato ben 60 milioni di connazionali si sono sparsi ai quattro angoli del mondo. Eppure basta un nonnulla, una banalità, un'onda imprevista perché la situazione possa ribaltarsi di colpo. Sandro - un ragazzo bresciano di 12 anni, unico figlio di una famiglia benestante - cade in mare durante una crociera in barca a vela. Quando si accorge della sua scomparsa, il padre urla inutilmente la sua disperazione. Ogni ricerca è inutile. Invece Sandro è riuscito a salvarsi, avvistato da un peschereccio di emigranti clandestini… Quando sei nato non puoi più nasconderti (il titolo, lo si scoprirà più avanti, riserva una sorpresa) racconta la ribellione che il giovane protagonista manifesta nei confronti di una diffusa mentalità, dopo aver sperimentato sulla propria pelle quanto siano profonde le radici del pregiudizio. Come Antigone, anche lui intende seguire la legge morale che gli dettano le ragioni del cuore, ma alla sua innocenza fa da contrappunto l'imbarazzo degli adulti ad affrontare una realtà diversa da quella che hanno sempre immaginato. La forza di Sandro va oltre i parametri correnti, la ragione, il buon senso, le leggi, perché ha condiviso il dolore, la sofferenza, ma anche le attese e le speranze di quell'altra metà del mondo. Sobrio, intenso, serrato, il film di Giordana rifugge dalla facile commozione proponendo invece il paradosso di un ragazzino che, perso di colpo il privilegio, prende coscienza di un problema che lo investe e lo travolge. Come se, rovesciando un cannocchiale, vedesse la realtà con un'altra ottica. A questa visione diversa delle cose invita un finale aperto con i due giovani protagonisti (bravissimi entrambi) che, seduti su un marciapiede, richiamano alla mente la conclusione, altrettanto aperta, del Ladro di bambini di Gianni Amelio.