John Turturro torna alle origini. Fuori formato e fuori genere si immerge nella Sicilia dei suoi antenati. E si sorprende vitale più che mai in una terra per natura e tradizione legata al mondo dei morti. Prove per una tragedia siciliana, strano "oggetto audiovisivo" di 77', è un personalissimo lavoro codiretto da Turturro e Roman Paska (Souls of Naples) sulle tracce delle sue radici, italo-americano di New York, dal volto e dallo sguardo ereditati da palermitani ed agrigentini.
Protagonista assoluto di questo doc-famigliare, l'attore-regista percorre il suo viaggio siciliano dialogando soprattutto con Mimmo Cuticchio, simbolo della tradizione teatrale dei Pupi. Con lui e la messa in scena dell'Orlando Furioso "gioca" nella comprensione delle contraddizioni di questa terra misteriosa, così solare eppure "intrinsecamente pervasa dal senso tragico della vita, dalla ritualità della morte", come spiega lo scrittore Andrea Camilleri, chiamato da Turturro a raccontare la Trinacria. Come pure l'attrice Donatella Finocchiaro.
Momenti divertenti si alternano a situazioni commuoventi, come il dono fatto a Turturro dai suoi amici siciliani che - in realtà - dicono provenire direttamente dai suoi antichi parenti, defunti. Difficile dare un giudizio a un tratto di pellicola così personale, quasi una guida "off" dei rapporti primordiali tra Stati Uniti e Sicilia, vivi e vitali ancor prima dell'unità d'Italia. Uno sguardo non pretenzioso, affettuoso, tenero: più un soffio che una traccia cinematografica.