Un inchino per la coppia più horror del mondo: il principe del reame tarantiniano Robert Rodriguez e la nuova eroina Rose McGowan, insieme sul set di Planet Terror (e presto in quello di Barbarella) e nella vita. E' vero, far concentrare un americano medio per più di tre ore è utopia, ma dopo aver visto il Tex-Mexploitation del regista di Sin City, è sempre più incomprensibile il flop di Grindhouse. Rodriguez ci regala un horror splatter filologicamente corretto: sensuale, violento, sanguinolento, perfetto film di serie b da sala grind di trent'anni fa. Un film mordi e fuggi, con montaggio a scatto, salti di pellicola e un esilarante finto trailer (Machete) per ridipingere l'atmosfera di sale puzzolenti e provinciali in cui emarginati (adolescenti nerd, latitanti, senzatetto, maniaci) guardavano altri emarginati (lesbiche, assassini, neri, matti da legare). Intendiamoci: Planet Terror non è il gioiello Death Proof. Anche perché Rodriguez è rimasto fedele al progetto e al genere: da qui il suo horror slasher-politico su morti viventi, Iraq e armi chimiche americane...