Quattro matrimoni e... tante risate. Nel gioco delle coppie ideato da Fausto Brizzi e Marco Martani, portato sullo schermo da Luca Lucini, c'è chi decide di convolare a nozze per opportunità (la starlette e l'imprenditore burino, Pession e Montanari), chi prova a riciclare di tutto e di più pur di invitare i numerosi parenti del sud (la cameriera e l'aiuto cuoco precari, con bebé in arrivo, Ragonese e Bandiera), chi deve far fronte ad abissali differenze di rango e provenienza (il poliziotto pugliese e la figlia di un ambasciatore indiano, Argentero e Atias), provando a metter d'accordo i rispettivi genitori (Michele Placido sul fronte pugliese, Hassani Shapi su quello indiano), chi - bella e giovane (Carolina Crescentini) - deve convincere della propria buona fede il figlio magistrato, zelante e sfigato (Filippo Nigro), su quali siano le reali ragioni che la porteranno in sposa del di lui padre ricco e settantenne (Renato Pozzetto). Alla fine, neanche a dirlo, le carte in tavola non saranno più le stesse...
Cinque regie in cinque anni (da Tre metri sopra il cielo a Solo un padre), Luca Lucini conferma con Oggi sposi quanto di buono è andato dimostrando film dopo film, affrancandosi decisamente dal Moccia style degli esordi per trasformarsi, poco a poco, in ottimo artigiano della nuova commedia all'italiana. Sarà un caso, ma in un film comunque imperfetto e sempre ad alto rischio cliché, la forza dell'impianto (sceneggiatura di Fabio Bonifacci, con la collaborazione di Brizzi e Martani) è lì a dimostrare che il talento di un buon regista, da solo, non basta a fare la felicità di un film. Che, come detto, non sarà un capolavoro (118' sono troppi, alcune situazioni decisamente superflue, così come qualche gag forzata), ma ha il grande merito di riaffermare - qualora ce ne fosse bisogno - la bravura di attori come Luca Argentero e Filippo Nigro, rispolverare mostri sacri della comicità '70-'80 come Renato Pozzetto e regalare momenti di incontenibili risate grazie allo scontro tra culture e tradizioni diverse: convincere il contadino zotico e cafone che il figlio poliziotto si sposerà con il rito indù non sarà semplice. Così come trattenersi di fronte a un Michele Placido (che per certi aspetti ricorda il Nino Manfredi di Brutti, sporchi e cattivi), "da sempre schierato dalla parte degli indiani, perché il generale Custer era uno stronzo"..., mai così visceralmente in parte.