Il primo capitolo, quando erano ancora in undici, aveva conquistato tutti. Critici, appassionati, pubblico e persino i cinefili. Ne hanno aggiunta una e sono partiti per un frammentario viaggio in giro per l'Europa (in Italia arrivarono persino ad assoldare alcuni de La squadra, fiction Rai3) in cui si divertirono moltissimo loro, meno il pubblico. Imparata la lezione Soderbergh, Clooney e Pitt tornano buoni buoni a Las Vegas. I conti tornano, giocata vincente. Ocean's Thirteen è un divertente e godibile gioco di specchi, ritorni e citazioni del primo mitico capitolo, a sua volta già un remake di Colpo grosso di Lewis Milestone e con il Rat Pack di Sinatra, citato esplicitamente quasi come nume tutelare (dal Rat Pack al Brad Pack, insomma, passando per il Brat pack degli anni '80). La storia è, come al solito semplice: Reuben Tishkoff (Elliott Gould), il veterano del gruppo, decide di investire i risparmi (?) di una vita in un casinò. Ironia della sorte, arriva il megalomane Willy Bank (Al Pacino) che gli ruba soldi, idea e sogno. Lo smacco è troppo grande, il cuore non regge. E si sa, Danny Ocean (George Clooney), Rusty Ryan (Brad Pitt) e Linus Caldwell (Matt Damon), come dimostra la loro imprevedibile reazione agli show melodrammatici di Oprah Winphrey, hanno un cuore d'oro, oltre alle tasche bucate e le mani di fata. A loro non la si fa, per il loro padre putativo non esitano neanche a chiedere aiuto all'arcigoffo e cattivo Andy Garcia, sempre più bolso e caricaturale. Ad essere complicato, come al solito, è il diabolico piano che Rusty e Danny, i "Lennon e McCartney dei ladri" (una delle perle dei dialoghi del film) congegnano per gabbare e vendicarsi di nemici presenti e passati. Niente di nuovo sotto il cielo, ma raccontato con la solita sfrontata e divertita capacità. Soderbergh, che continua nel coppoliano "one for me, one for us", conferma un talento commerciale dove non si priva di qualche gioco di regia e fotografia, tra zoom, splitscreen ed estetica alla Starsky e Hutch. Gli attori vanno con il pilota (troppo) automatico, gli effetti speciali anche. Fuori le mogli (di cui si parla solo come casalinghe disperate), dentro Ellen Barkin, braccio destro del cattivo. Due ore di discreto divertimento, le jeux son fait. Aspettando l'annunciato (alla fine) Ocean's Fourteen.