Un senile americano a Parigi, Mister Morgan (Michael Caine, ordinariamente straordinario), sopravvive alla morte della moglie: ex professore di filosofia a Princeton, vivacchia in un lussuoso appartamento, mangia qualche baguette al jambon senza cetriolini, non si rassegna a imparare il francese. Finché, mentre medita il suicidio, non gli compare un raggio biondo sull'autobus: Pauline (Clemence Poesy, incantevole), professione insegnante di danza, missione angelo. Mister Morgan non la capisce, la frequenta, non la capisce ancora, e quel non capire lo tiene in vita. Comunque, il suicidio lo prova lo stesso: overdose di farmaci, ma è ancora di questo mondo, e dagli States arrivano la figlia Keran (Gillian Anderson) e il figlio Miles (Justin Kirk), due tipini acidi. Che ne sarà di Morgan, ovvero, che ne sarà di Pauline?
Dal romanzo La douceur assassine di Françoise Dorner, la tedesca Sandra Nettelbeck dirige Mister Morgan, un dramedy sul fine vita, sull'amore e varie eredità: cinema medio, architettura produttiva internazionale, il punto di forza sono loro, Sir Michael e Clemence, e la loro chimica, che dribbla il feuilleton non il romance pudico, ovvero paterno-filiale. Nulla per cui levarsi il cappello, ma è un film che noi italiani proprio non sappiamo/possiamo/vogliamo fare, e che alle anziane signore – accompagnatele - distenderà le rughe e i cattivi pensieri.