Ragione e sentimento, ancora in opposizione. Ang Lee nuovamente Leone d'Oro al Festival di Venezia dopo il successo di Brokeback Mountain, che proprio in Laguna nel 2005 iniziò il fortunato viaggio verso gli Academy Awards. Nulla di nuovo sul fronte orientale: Lee si riconferma talentuoso regista, ma non autore nel senso tradizionale del termine, ovvero detentore di una poetica e di uno stile. Pregevoli assoli - lo scrivevamo già al Lido due anni fa - in repertorio (proprio Brokeback Mountain e Ragione e sentimento, su tutti), ma incapace o indifferente a garantirsi/ci una continuità poetico-formale. Basti considerare i suoi quattro ultimi film prima di questo Lust, Caution (Lussuria - Seduzione e tradimento da noi): Brokeback, Hulk (2003), La tigre e il dragone (2000), Cavalcando con il diavolo (1999), tessere di valore in un puzzle melting pot, quasi schizofrenico. Il taiwanese Lee ritorna in patria, dopo qualche anno negli Usa, per adattare un racconto breve della scrittrice cinese Eileen Chang, ispirato a fatti veri: Shanghai, 1940, un'attrice in erba (la stupenda Tang Wei) si trasforma in spia per sedurre e assassinare un funzionario cinese (Tony Leung, icona e feticcio di Wong Kar wai) al servizio degli occupanti giapponesi. Girato tra Shanghai e Malesia, Lust Caution è insieme thriller, spy-story à la ancienne, melò e rivisitazione "revisionista" del conflitto nippo-cinese durante la II Guerra Mondiale. Registri e generi lungamente esplorati durante i 156' del film, che soprattutto nella parte iniziale si fanno sentire, eccome. Ma è dilatazione (e iterazione) piuttosto che lungaggine, merito ascrivibile interamente a Lee, che con camera mobilissima costruisce - al limite del calligrafismo - quadri che paiono sottratti a un fotografo d'arte. Glamour all'orientale, fatto di abiti preziosi, maquillage impeccabili, interminabili partite a mahjong giocate con dita flessuose e sensuali volute di fumo. Queste da ascriversi soprattutto a Tony Leung, che sul tabagismo ha costruito le basi del suo indiscreto - e indiscutibile - fascino: fumare farà male, ma fatto da lui è sexy da morire. Ed è appunto la morte, quella relazionale del tradimento, non a un altro ma a un'altra "cosa", che aleggia tra Leung e Tang Wei, formidabili protagonisti di alcune tra le scene di sesso meglio coreografate (?) degli ultimi anni, senza disdegnare accenni S&M e bondage, ma sospese in un abbandono della ragion di stato al sentimento amoroso. E' questo incontro di corpi e spiriti, questa irredimibile lussuria di sensi, a cui si deve fare attenzione, in bilico com'è tra estetismo e nichilismo, coordinate poetiche ancor prima che formali. Non credete allo scandalo, di cui si parlerà a vanvera: qui la lussuria è per e del cinema. Lust for Life, per citare Iggy Pop, Caution...