L’indie è la voce tonante dell’America profonda. Regala racconti ruvidi, spesso indigesti, in cui l’essere umano guarda verso l’abisso e l’abisso risponde con brutalità. I cantori della periferia flirtano con gli studios, coinvolgendo stelle e ottenendo budget di livello. Tra i tanti nomi, svetta quello di Alexander Payne. Alcune volte però quello che ormai è un modo di fare cinema ben codificato regala invece delle sorprese.

È il caso di Rose Glass che, dopo avere presentato in anteprima al Sundance il suo Love Lies Bleeding, lo porta qui alla Berlinale. Si era già fatta notare con Saint Maud, un horror di anime dannate e lugubri presenze. In Love Lies Bleeding invece gioca con i generi, cavalca qualche eccesso di troppo, ma dimostra di avere un talento creativo molto originale e mai scontato. Come Julia Ducournau, Glass fa parte di una nuova onda molto cinefila, che rielabora vecchi stilemi per renderli moderni e decisamente pop. Anche qui si sentono le influenze di Titane: manipolare le immagini, portarle all’estremo, rivendicando la centralità della figura femminile.

Love Lies Bleeding è un viaggio al termine della notte, che attacca una società violenta e maschilista. È una storia d’amore fatta di anabolizzanti, muscoli che si tendono e mutazioni. Kristen Stewart presta il volto a una ragazza che gestisce una palestra. Il suo nome è Lou e un giorno incontra la bella Jackie, una bodybuilder ambiziosa di cui si innamora. Potrebbe sembrare una classica storia di passioni lontana da ogni metropoli, ma non è così. L’anima thriller non si fa attendere e presto la loro relazione si trasforma in un incubo.

Il sogno americano viene rappresentato come un’allucinazione a cui è impossibile sottrarsi. I rapporti tra padri e figlie sono silenziosi, i mariti picchiano le mogli, la criminalità è la regola. Questa è la base su cui Glass costruisce una colorata allucinazione, dove tutto è deformato, i ricordi si mescolano al presente e la violenza è l’unico strumento di dialogo.

Love Lies Bleeding è un film che guarda l’attualità con spirito vintage. Ammicca all’on the road, ai fratelli Cohen, potrebbe essere il prequel di Thelma & Louise di Ridley Scott. Non accetta compromessi, sfida il grottesco e sa come far alzare la temperatura. Cinema di ribellione, di frattura, in cui la salvezza non è mai raggiungibile. A Rose Glass bisogna riconoscere il coraggio, la voglia di uscire dagli schemi e la deflagrazione di un universo di cui adesso si stanno riscrivendo le regole.