Nell’epoca dell’intelligenza artificiale e della ChatGPT c’è ancora bisogno di magia: questo l’assunto alla base di Now You See Me: Now You Don’t, terzo capitolo della saga dei maghi del crimine, col titolo italiano L’illusione perfetta. Il tassello di Ruben Fleischer gioca la carta delle nuove generazioni, infatti ai vecchi ladri illusionisti dalla parte del bene, inventati nel film del 2013, si aggiungono i criminali più giovani con l’intento evidente di conquistare la Generazione Z e perfino parte della Alfa. Ecco che agli storici Atlas (Jesse Eisenberg), McKinney (Woody Harrelson), Wilder (Dave Franco) e Reeves (Isla Fisher) si mescolano Bosco (Dominic Sessa), Charlie (Justice Smith) e June (Ariana Greenblatt).

In senso letterale: nella prima vorticosa sequenza, infatti, vediamo gli illusionisti che nel corso di un loro show derubano un magnate della criptovaluta, allestendo una redistribuzione di soldi virtuali che manco Robin Hood. Solo che… non sono loro, sono i giovani maghi che si fingono gli originari attraverso un complesso sistema di trucchi e ologrammi, con la complicità di qualcuno del pubblico. Ottimo inizio, che attesta subito l’abilità dei nuovi Lupin e li collega agli antichi, perché dopo un gesto del genere inevitabile che i titolari li vadano a stanare, nel corpo di Eisenberg che viene scambiato per illusione ma è un ologramma di carne.

© 2025 Lionsgate
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Jesse Eisenberg as Daniel Atlas and Rosamund Pike as Veronika in Now You See Me 3. Photo Credit: Katalin Vermes (Katalin Vermes/Lionsgate)

Cosa succede? I vecchi reclutano i nuovi con un preciso obiettivo: rubare il diamante più prezioso del mondo, che si rigira tra le mani la super-ricca Veronika Vanderberg nel volto di Rosamund Pike, una che ha fatto fortuna coi diamanti di sangue delle guerre, ma non solo; è diretta discendente di una famiglia nazista mimetizzata nel capitalismo americano, per questo i Cavalieri sono chiamati a smascherarla. Sulle tracce della villain, dunque, la serie conferma le caratteristiche costitutive adattandole al presente: la sostanza è ancora una versione commerciale di The Prestige, ossia il trucco e la magia per tutti in confezione solida e veloce, densa di action e colpi di scena, che porta a casa la partita con dignità senza scadere in un The Illusionist qualunque (nel senso del filmetto con Edward Norton).

È uno sguardo popolare all’escapismo e alla prestidigitazione, privo di velleità autoriali, che si rivolge a tutti e tutti possono capire, a patto di seguire le sequenze più complicate che puntualmente svelano il trucco – due notevoli: il furto del diamante e l’inganno basato sulla suggestione. Il concept risulta godibile anche per la mescola tra antico e moderno, nel senso che le imprese più vertiginose si alternando alla old school della truffa, basti vedere l’evasione orchestrata da Lula con maschera alla Diabolik e trucco prostetico.

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Dominic Sessa as Bosco, Morgan Freeman as Thaddeus Bradley, and Isla Fisher as Henley Reeves in Now You See Me: Now You Don’t. Photo Credit: Katalin Vermes (Katalin Vermes/Lionsgate)

Molto peculiare, nel terzo atto, arriva poi il confronto tra le due generazioni di illusionisti: per esempio i ragazzi conoscono e frequentano le escape room, di cui Harrelson ignora il significato. Ovvio che sarà la collaborazione tra loro a “fare la forza” e rinfoltire il gruppo magico all’insegna dello scambio intergenerazionale.

Intendiamoci: il gioco alla lunga mostra la corda, i colpi di scena sono troppi e diventano previsti, le avventure e gli inseguimenti sono meno astuti di quanto pensano e si assestano nella media del film americano, tutto di superficie, che si dimentica presto. E alcune pagine dello script fanno sorridere, ancora gli americani che combattono i nazisti… Ma una porzione di divertimento c’è. Da parte sua Fleischer, il cui risultato migliore resta il dittico Zombieland, già prepara il quarto capitolo con gli stessi attori. Il trucco continua.