Il cantautore calabrese Antonio Ragusa emigra in Argentina nel 1952, a tentar fortuna con la chitarra. Il suo sogno si realizza: con il nome d'arte di Tony Vilar diviene un campione della musica melodica anni '60, portando al successo oltreoceano Tintarella di luna di Mina e Non esiste l'amor di Adriano Celentano e scalando le classifiche internazionali con Cuando calienta el sol degli Hermanos Rigual. Diretto da Giuseppe Gagliardi, La vera leggenda di Tony Vilar è un mockumentary, ovvero un falso documentario: genere poco frequentato dal cinema nazionale. Il protagonista Peppe Voltarelli, anche soggettista e sceneggiatore con Gagliardi, presta il volto a un lontano cugino anche lui cantautore che cinquant'anni più tardi decide di partire per il Sud America alla ricerca di Antonio / Tony, che all'apice del successo si era misteriosamente eclissato. E' il punto di partenza di un road-movie che intreccia biopic e musical muovendosi tra la Boca di Buenos Aires, le Milonghe, il Connecticut, New York e il Bronx, affastellando incontri imprevisti e personaggi improponibili nel nome del divertissement. Folklore e malinconia, partecipazione e sarcasmo, La vera leggenda di Tony Vilar traballa sul piano stilistico (girato in 16mm e "gonfiato" ha immagini perfettibili), ma mantiene un aspetto scanzonato e irriverente. E con il povero Tony mostra quali possano essere le conseguenze della calvizie…