Seconda e conclusiva parte di un'operazione iniziata nel 2004 con Memoria del saqueo, La dignità degli ultimi, la dignità dei "nessuno", ci racconta le conseguenze della rivolta popolare iniziata con la presidenza di Kirchner fino ai giorni nostri, con gli interessanti esperimenti di autogestione. I "nessuno" sono in realtà l'incarnazione della vera anima argentina, un'anima mai doma pronta a rivendicare i propri diritti in nome di quella stessa identità nazionale che, secondo i politici, dovrebbe essere la prima garanzia per il rispetto di leggi, sebbene ingiuste. Una buona parte del documentario è dedicata all'esproprio dei terreni e alle aste che ne conseguono e che ovviamente sono sempre ad appannaggio dei grandi latifondisti. Non avendo altre armi i "nessuno" non possono fare altro che cantare l'inno nazionale argentino a squarciagola, così bloccando lo svolgimento delle aste. Purtroppo ci sono anche scontri veri e cruenti, fedelmente documentati dalle immagini raccolte da Solanas. Le più tristi sono quelle dell'uccisione di Darìo Santillan, uno dei leader del movimento ucciso durante una manifestazione da una pallottola della polizia. Sappiamo quello che non vogliamo, dicono i protagonisti, e quello che vogliamo lo costruiremo insieme". Una filosofia semplice ma efficace, in grado di unire disoccupati e commercianti in una rivolta che dà sempre la sensazione di essere tanto indispensabile quanto inutile, frustrante. Ma non è così. Perché ciò che si prova è che non si può fare altrimenti. I "nessuno" argentini insegnano, con l'umiltà che spesso difetta a tanti leader, che certe cose non possono non essere fatte, e che vale la penna combattere, insieme, per i propri diritti e la propria dignità.