Forse nessuno si sarebbe aspettato che Jumanji diventasse un regalo di Natale. Gli addobbi, la neve, l’importanza di stringersi vicino al focolare creano l’atmosfera di questo nuovo capitolo, sempre diretto da Jake Kasdan: Jumanji: The Next Level. I buoni sentimenti trionfano, sulla scia di Jumanji – Benvenuti nella giungla. L’unione fa la forza, bisogna andare oltre le differenze, credere in se stessi, abbracciare i propri limiti e non aver paura di mettersi in gioco. In pieno stile natalizio.

Spettacolo per famiglie, molto più curato del precedente. A livello visivo gli effetti speciali hanno fatto passi da gigante (come nella sequenza dell’inseguimento con le scimmie), e l’intera operazione sembra più ambiziosa. Giungla, deserto, ma anche montagne e duelli “volanti”, in un intrattenimento ad alto budget.

La forza di Jumanji: The Next Level sono i suoi attori: Dwayne “The Rock” Johnson sempre ipertrofico e pronto all’azione, che nella prima parte diventa l’avatar di Danny DeVito. Peccato che i due non si incontrino mai fisicamente, poteva essere un duetto da antologia. DeVito fa coppia con Danny Glover, ma anche lì le potenzialità non vengono sfruttate. E dei due divi (che avevano già lavorato insieme in The Rainmaker e in Joaquin Phoenix – Io sono qui!) restano solo le voci.

Forse il limite più grande di questa seconda avventura, lasciando lontana quella leggendaria con Robin Williams, è proprio la mancanza di contatto tra realtà e fantasia. Jumanji è un mondo separato e, per ora, non è la giungla a venire da noi. Tra gli alberi e gli animali feroci si ritrovano sempre i soliti beniamini, come Jack Black (questa volta effeminato solo in parte) e Kevin Hart, decisamente più ispirato, senza dimenticare Karen Gillan. Insieme agli altri eroi, formano un gruppo che spesso non conosce la misura. Le gag si sommano, i toni sono demenziali.

Si prendono in giro Indiana Jones, Mission: Impossible (Awkwafina si improvvisa Ethan Hunt), Mad Max (veicoli post-apocalittici), e Il trono di spade (il cattivo di turno è un volto conosciuto dai fan) in salsa steampunk. Gli spunti si moltiplicano, Kasdan prova anche a fare sul serio, ad abbandonare la commedia sopra le righe, almeno in partenza. Finalmente anche The Rock sembra avere un tallone d’Achille, non è più invincibile. I gregari svalvolati prendono il sopravvento, e lo “scontro generazionale” finisce sullo sfondo.

Un maggiore impegno produttivo, alcuni momenti abbastanza esilaranti, e la suggestione delle feste mettono di buonumore. Ma la nostalgia per la versione originale del 1995 è ancora troppo forte. Intanto la storia non finisce qui, e il terzo film è già in lavorazione.