Forse non tutti si ricordano che il famoso trombettista jazz Chet Baker ha preso parte anche a un film italiano. Era il 1960, e il titolo era Urlatori alla sbarra di Lucio Fulci, un musicarello con Adriano Celentano. Baker interpretava Chet l’americano, e sul finale cantava Arrivederci di Umberto Bindi.

Baker sarebbe morto quasi trent’anni dopo, cadendo dalla finestra di un hotel ad Amsterdam, nel quartiere a luci rosse. Omicidio? Suicidio? Un tragico incidente? Difficile rispondere, la dinamica non è mai stata chiarita. Jazz Noir: Indagine sulla misteriosa morte del leggendario Chet di Rolf van Eijk unisce due elementi classici, il jazz e il genere noir.

Un investigatore si aggira per le strade buie della capitale olandese, cerca la verità. La sua storia, la sua vita, si fondono con quella di Baker. La questione identitaria si fa centrale. Chi è Chet Baker per noi oggi? Il suggerimento del regista è che il suo genio e la sua sregolatezza fanno ormai parte della società. Non possiamo sottrarci alla sua musica, e al tempo stesso i ritmi contemporanei rendono alieni in una società respingente. Nel guardarsi allo specchio, il detective protagonista coglie il disagio esistenziale di Baker.

Più volte nel film vediamo il grande musicista abbozzare As Time Goes By (“Col passare del tempo”), come se fossimo in un’eterna Casablanca, sempre malinconica, a tratti disperata. La canzone diventa il suo “Suonala ancora Sam”, un momento di passione che non tornerà più.

Jazz Noir si concentra sui sentimenti trattenuti, sul tormento dell’artista davanti alla sua opera. Rolf van Eijk evita i virtuosismi di Born to Be Blue, dove Baker era Ethan Hawke e dietro la macchina da presa c’era Robert Budreau. Aggira le trappole del biopic e realizza un ritratto testamentario, cupo, che segue linee narrative diverse. Baker non è la leggenda, il mito. E’ già una stella al tramonto, spenta da alcool e droghe, in una storia d’amore impossibile, di romantico sconforto.

 

Il titolo originale sarebbe stato My Foolish Heart, come il celebre successo degli anni Ottanta. A un certo punto uno degli ultimi versi recita: “It’s love, it’s love, my foolish heart” (È amore, è amore, mio sciocco cuore). Quell’amore era dedicato a una vita che l’ha schiacciato, in una vicenda intimista, dallo sguardo profondo, che racconta il disagio esistenziale attraverso lo spegnersi delle luci e la fine di un’epoca. In sala il 22, 23 e 24 novembre, distribuisce Wanted Cinema.