Un unico obiettivo, pronunciato fin dall’inizio con voce roca e devota: “Incontrare lo sguardo dei lupi”. In In marcia coi lupi (tit. orig. Marche avec les loups), Jean-Michel Bertrand torna sulle tracce dei predatori più fraintesi d’Europa per completare la sua trilogia iniziata con La vallée des loups. Ma stavolta l’orizzonte si amplia: non più la contemplazione di un branco stanziale, ma la ricerca errante di un giovane lupo solitario, deciso a lasciare la valle natìa per trovare un nuovo territorio, una compagna, un futuro.

In marcia coi lupi. Bertrand Bodin Photographe
In marcia coi lupi. Bertrand Bodin Photographe
Film "La marche des loups" du réalisateur Jean-Michel Bertrand

È un documentario, certo. Ma ha la struttura di una caccia pacifica, di un viaggio iniziatico, di una vera e propria odissea naturalistica. Per quasi 300 km, estate e inverno, Bertrand insegue – con rispetto e meraviglia – le tracce effimere di un animale che sa essere invisibile. E mentre lui si muove a piedi, con sci o zaino in spalla, bivaccando sotto le stelle o rifugiandosi in baite di pietra, In marcia coi lupi si trasforma in un film sul sentire il mondo, in ascolto profondo del selvaggio.

Le immagini – tra droni, microcamere e mimetismi acustici – compongono un bestiario montano che ha la grazia della rivelazione: cervi, caprioli, volpi, tassi, martore, la lince eurasiatica, fino al momento sospeso e folgorante in cui un lupo si avvicina all'obiettivo, lo fiuta, ci guarda. È lì che avvertiamo la vera osmosi con l’animale, quel legame invisibile fatto di attesa, silenzio e mistero.

In marcia coi lupi, Bertrand Bodin Photographe
In marcia coi lupi, Bertrand Bodin Photographe
Hautes-Alpes (05), Jean-Michel Bertrand, cinéaste, réalisateur du film : Marche avec les loups // Hautes-Alpes (05), Jean-Michel Bertrand filmmaker and director of the movie : Walk with the wolves

Avvertiamo questa osmosi anche quando vediamo e sentiamo i lupi ululare per localizzarsi, ascoltarsi e comunicare. Un gesto ancestrale, ancora non del tutto decifrato dagli etologi, che ci disorienta e ci affascina, che risuona nelle nostre paure ma anche in una memoria più antica e condivisa.

Il film è anche un invito a “sentire il mondo come un lupo solitario”, a ritrovare un ascolto perduto della natura e dei suoi ritmi. Bertrand parla di “una sola ossessione”: non dominare, ma comprendere. E se qualche sua osservazione sui pastori appare meno meditata (riduttiva la battuta sulla “minoranza di allevatori che occupano i media”), resta che il cuore del film è altrove: in quella sintonia fragile tra uomo e natura, che oggi si fa sempre più rara.

In marcia coi lupi, foto Jean-Michel Bertrand
In marcia coi lupi, foto Jean-Michel Bertrand
Hautes-Alpes (05), Jean-Michel Bertrand, cinéaste, réalisateur du film : Marche avec les loups // Hautes-Alpes (05), Jean-Michel Bertrand filmmaker and director of the movie : Walk with the wolves

Il montaggio alterna contemplazione e tensione, avventura e malinconia. I paesaggi – gli altipiani delle Hautes-Alpes, i contrafforti dell’Isère, la neve dell’Ain, le foreste del Giura – diventano luoghi interiori, tappe di una ricerca non solo etologica, ma quasi spirituale.

Distribuito da Wanted Cinema nelle sale italiane il 16, 17 e 18 giugno 2025, In marcia coi lupi è un film che fa pensare, sognare, rabbrividire. Un’esperienza immersiva, filosofica, radicale. Da vedere in silenzio, per imparare – forse – a camminare di nuovo nel mondo senza far rumore.