Se non ci fosse di mezzo un ragazzo morto in circostanze tragiche, se non ci fosse di mezzo l’indicibile dolore dei congiunti amplificato da una sentenza deludente, se non ci fosse di mezzo, insomma, la vita e tutto il resto, Il Principe sarebbe una commedia all’italiana. Di quelle di un tempo, che con il cinismo (e il moralismo) tratteggiavano e colpivano i cialtroni inconsapevoli di esser tali, che esaltando l’atto ridicolo dello stare al mondo svelavano l’inadeguatezza di un popolo incapace di emanciparsi dalla mediocrità.

Il Principe in questione è il re mancato, l’erede a un trono che mai verrà occupato, cresciuto in esilio che da una parte continua a evocare i brogli elettorali nel referendum del 1946 e dall’altra cova un malcelato disprezzo verso coloro che, teoricamente, dovrebbero essere i suoi sudditi. È una storia d’alto bordo, quella ricostruita da Il Principe, miniserie documentaria di Netflix (tre episodi da circa quaranta minuti) che sin dai nomi delle persone coinvolte sembra un affare d’élite: il “protagonista”, l’ormai ottantaseienne Vittorio Emanuele di Savoia, del quale si sobilla l’ego al punto da renderlo perfino “inconsapevole” della figuraccia; e la regista, Beatrice Borromeo, rampolla dell’aristocrazia milanese, coniugata Casiraghi, quindi principessa di Monaco, ma anche giornalista cresciuta nella scuola di Michele Santoro.

Il Principe © Netflix
Il Principe © Netflix

Il Principe © Netflix

Il punto di forza è la restituzione biografica – punto di vista forte, parziale, engagé – attraverso un episodio decisivo: l’omicidio – per futili motivi – del giovane Dirk Hamer, avvenuto il 18 agosto 1978 all’isola di Cavallo, di cui Vittorio Emanuele è accusato. Una macchia indelebile nell’immagine pubblica di un personaggio sostanzialmente decadente più che decaduto, poco amato dagli italiani che grazie a questo caso di cronaca ne hanno potuto saggiare il carattere e l’atteggiamento, complici anche le verità nascoste emerse dopo il delitto: il traffico di armi, l’affiliazione massonica, la consuetudine alla corruzione.

Il Principe ricostruisce la vicenda con cura, trovando nella sorella di Dirk, la fiera e appassionata Birgit, l’antagonista ideale per l’inetto reale, anima e corpo di una sorta di revenge movie in cui il dolore e la rabbia si esprimono secondo i codici della società dello spettacolo e della tragedia aristocratica. Tuttavia, più che nella sua dimensione crime, Il Principe funziona soprattutto sul piano della commedia umana, a partire da una prima puntata in cui la clamorosa rappresentazione dell’agiatissima, snobissima, spudoratissima gioventù vacanziera sembra catapultarci in un film dei fratelli Vanzina (dei quali gli intervistati sono coetanei: appaiono anche Giovanni Malagò, apoteosi del generone romano, e Nicky Pende, playboy d’antan).

Birgit Hamer © Netflix
Birgit Hamer © Netflix

Birgit Hamer © Netflix

E se Birgit, a colpi di scene madri e consapevolezza drammaturgica, sa portarti dalla sua parte nella guerra con i Savoia, c’è un Vittorio Emanuele completamente schiacciato dalle altrui ambizioni malriposte, in credito d’amore con genitori lontani e innamorato perso di una donna (Marina Doria) rifiutata dal padre, e allo stesso tempo incapace di suscitare empatia. Tant’è che laddove lui dimostra tutti i limiti di una personalità tormentata quanto dozzinale subentra il più attento figliolo, Emanuele Filiberto, che da ormai vent’anni cerca di ripulire il blasone del casato nonostante gli scandali dell’augusto padre.

Tra le righe della tragedia un uomo ridicolo, Il Principe sceglie una strada più scolastica dopo la partenza, quasi a voler rivendicare la vicinanza (famigliare anzitutto) dell’autrice al trauma degli Hamer, trovando solo qua e là qualche colpo d’ala in grado di arricchire la narrazione (l’apparizione dell’avvocato monarchico) senza mai dirci qualcosa di davvero singolare. A parte nel clamoroso, imbarazzante, rubato, straordinario finale prima dei titoli di coda, che merita la visione e dice del Principe, di un sistema di pensiero e delle sue meschinità, più di quanto rivelino i tre episodi.