Il figlio dell'altra, il terzo incomodo tra Israele e Cisgiordania. Durante la visita per il servizio di leva, Joseph scopre di non essere il figlio biologico dei suoi genitori: appena nato è stato scambiato per errore con Yacine, palestinese dei territori occupati. La rivelazione getta nel comprensibile scompiglio le due famiglie, nonché scardina appartenenze e convinzioni: due padri, due madri e un'inaudita crasi natura-cultura oltre ogni confine e ogni identità pregressa. Come finirà?
La francese Lorraine Levy pensava a un epilogo col botto, ovvero con un kamikaze, poi ha optato per quel che vedrete, ma se il cast è all'altezza – il volto noto è la bella Emmanuelle Devos – non viene meno la costruzione a tesi, una perfetta simmetria che si addice più a un giardino all'inglese che a un film francese: tutto funziona troppo, correndo spedito su binari a specchio che più che far riflettere per induzione sul conflitto israelo-palestinese finiscono per deformarlo.
Data l'esemplarità del soggetto, ci sarebbe voluta la verve surreale di un Elia Suleiman piuttosto che i rovelli immaginifici di Ari Folman: il realismo di Lorraine Levy si risolve in una sterile dimostrazione per assurdo. Matematico.