Da vittima a carnefice. E' questa la "mostruosa" (ipse dixit) trasformazione di Jodie Foster ne Il buio nell'anima (The Brave One) di Neil Jordan, di cui è protagonista e produttrice. Colpita dalla violenza metropolitana nella notte newyorkese, che lascia in fin di vita lei e uccide il compagno, Erica Bain / Jodie Foster è ossessionata dalla paura. Trova conforto in una pistola automatica, che scaricherà contro le potenziali minacce, in un crescendo sanguinario che il detective Terrence Howard potrebbe fermare, o forse no.

Rape revenge movie senza stupro, Il buio nell'anima deve molto a Ms. 45 (L'angelo della vendetta) di Abel Ferrara, modello implicito di questa perlustrazione della violenza e della vendetta, intelligentemente declinate al femminile. Il femminile spigoloso e pragmatico di Jodie Foster, giustiziere di una notte in cui la legge ha perso l'orizzonte, fino a paventare la legittimità della giustizia personale. Ambiguità etiche, in cui Jordan sguazza, calando la dualità bene/male, giusto/sbagliato in una cornice seventies, con la Grande Mela a fare da "set esistenziale". Non un film riuscito, ma una prova a carico della nostra sete di vendetta. Senza traumi, ma disturbante.