Chi si somiglia si piglia. Mai proverbio fu più appropriato nel caso di Ulrich Seidl e signora. Con Goodnight Mommy (Orizzonti) Veronika Franz dimostra di avere altrettanto pelo sullo stomaco del marito, che in tutti questi anni (da Canicola in poi, 2001) aveva servito come sceneggiatrice. Crudo, provocatorio, a suo modo perverso, il debutto alla regia della Franz - con la co-partecipazione di Severin Fiale - è tra i film più gelidi e scioccanti visti finora alla Mostra, un paio di scarpe da cerimonia indosso a due piedi mozzati.
La confezione è elegante, la regia precisa (fin troppo), la storia non lineare ma fatta di piccoli situazioni accostate su una scala di intensità progressiva: il film si dipana e si svela fino al colpo di scena finale.
Fondamentalmente è un gioco a due, tra autore e spettatore - di nervi, di indovinelli - così come lo è (un gioco) tra i personaggi. Sono tre, potrebbero essere due. Due bambini gemelli che sembrano uno, e la loro unica madre, che però potrebbe essere un'altra. Le bende al volto della donna, per coprire i segni di un'operazione chirurgica, lasciano dubbi sulla reale identità di chi le porta, ma i bambini sono più costernati dal suo inspiegabile comportamento: come se la persona uscita dall'intervento fosse un'altra. A contribuire alla suspense ci pensa poi la location: una casa isolata in campagna, tra boschi, grotte e campi di grano, e un lago che forse cela un segreto.
Doppi, maschere, rebus identitari ed enigmi della visione (il titolo originale è non a caso Ich Seh / Ich Seh, "io vedo, io vedo") sono i motivi scoperti e sotterranei di un'operazione che incrocia spettacolo e riflessività, horror e psicologia, cruda rappresentazione e allegoria.
Gli autori non lesinano in dettagli raccapriccianti e torture, ma sanno come tenere inchiodato alla sedia lo spettatore.
Inciso sulla famiglia Seidl: uniti nella provocazione, moglie e marito si distinguono per stile, con la signora Seidl che opta per un realismo espressionista da favola dark. Da rivedere in futuro, se e quando si prenderà maggiormente sul serio. Per ora giochiamo.