Le fotografie, si sa, immortalano il momento e raccontano il tempo che passa. L’esistente, insomma. Quando la restituzione dell’attimo si emancipa dalla cronaca e dalla testimonianza, si passa nel territorio dell’arte e della poesia. Masashi Asada abita lì, perché le sue non sono semplici istantanee, ma prodotti di un’intuizione folgorante: fotografare ciò che non è (ancora) accaduto o che non accadrà mai.

Storia vera, quella di Foto di famiglia di Ryôta Nakano, che nasce nel cuore di una famiglia, gli Asada appunto, tanto unita quanto piena di sogni irrealizzati: il papà voleva fare il pompiere, la mamma si immaginava moglie di un gangster della Yakuza, il figlio più grande sperava di essere pilota di Formula 1. A partire da questi desideri, Masashi colloca i suoi congiunti in ritratti che ricreano le vite non vissute, come se fossero cosplayer chiamati delle possibili versioni di sé. È un successo: altre famiglie lo cercano, gli chiedono cose ora divertenti ora struggenti per sconfiggere il destino almeno nelle immagini che resteranno, finché il terremoto del 2011 sconvolge le vite di un’intera nazione. E così Masashi cambia missione: salvare le foto e gli album di famiglia smarriti nel crollo delle case, con l’obiettivo di riconsegnarli ai legittimi proprietari. Insieme ad altri volontari, in pochi mesi raccoglie oltre 60.000 foto: i sommersi si salvano, i ricordi riemergono dalle macerie, il passato torna a farsi ipotesi di futuro.

Foto di famiglia
Foto di famiglia

Foto di famiglia

È un film caldo e accogliente, Foto di famiglia, popolare non solo perché arriva da una realtà quotidiana e al contempo straordinaria ma anche perché coinvolgente nel divertimento (il tono da commedia buffa) come nella commozione (d’altronde sui bambini si gioca facile). Certo, è ruffiano quanto basta (i colori accesi da favola conciliante) e tutto sembra un po’ appoggiato sul carattere volitivo del protagonista, ma sa mettere insieme la vocazione alla malinconia e ricerca della serenità, il sentimento collettivo e la rivelazione del privato, l’esercizio della compassione e il mistero delle immagini. Cast affiatato, dall’ottimo Kazunari Ninomiya alla sempre incantevole Haru Kuroki, ma il meglio sta proprio nell’incontro di sguardi, negli occhi che all’improvviso scoprono un baluginio di felicità.